Da 50 anni sotto un cielo di onde

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un sub della Polizia di StatoIl loro mondo inizia dove finisce il nostro. S'immergono fino a 60 metri di profondità e i compiti che sono chiamati a svolgere sono i più svariati: dalla ricerca del corpo di un reato o di persone scomparse alla tutela ambientale passando per il soccorso pubblico, l'individuazione di residui bellici fino alla prevenzione e alla tutela delle aree marine protette. Compie 50 anni il Nucleo sommozzatori della Polizia di Stato, diretto da Gianluca Greco, e oggi inserito all'interno del Centro nautico e sommozzatori (Cnes) che ha la sua base a Portovenere in provincia di La Spezia.

Dure selezioni e un corso di 4 mesi

Sono in totale 63 i sommozzatori della Polizia di Stato di cui 32 sono in Liguria e gli altri sono dislocati nelle 4 sezioni di Venezia, Bari, Napoli e Palermo ma si spostano su tutto il territorio in base alle esigenze. I poliziotti con almeno 3 anni di servizio possono decidere di fare il concorso per sommozzatori, ma devono fare delle selezioni e un pre-corso al Cnes. "Da noi la selezione è durissima" dice il primo dirigente Luisa Cavallo che dirige il Centro "sono prove psico-fisiche molto pesanti e molti purtroppo non ce la fanno a superarle". Chi riesce a superarle passa a fare il corso vero e proprio della durata di 4 mesi e mezzo al "Comando subacquei incursori della marina militare italiana" (Comsubin). "Qui i ragazzi imparano" dice ancora Luisa Cavallo "tutta l'attività di immersione ma anche, e soprattutto, a lavorare sott'acqua". Imparano cioè a ricercare ordigni esplosivi, a preparare tracciati di ricerca e svolgere altre mansioni difficili e importanti. Superato il corso e ottenuto il brevetto militare di operatore subacqueo fino a 60 metri tornano al Cnes per fare "la formazione specifica per le attività di polizia". Il loro motto è: "Il nostro mondo inizia dove il vostro finisce (Coelum nostrum incipit ubi vestrum desinit)".

Le attività dei poliziotti sub

Varie missioni impegnano gli "uomini-rana" della Polizia che in particolare si occupano di sicurezza e prevenzione. Pochi giorni fa "abbiamo preceduto e seguito la visita del Papa in Puglia, a Santa Maria di Leuca" dice il vice questore aggiunto Gianluca Greco. "Abbiamo svolto il lavoro di bonifica sott'acqua per controllare che non ci fossero ordigni e poi durante tutto il periodo di presenza del Papa abbiamo assicurato la prevenzione subacquea per evitare che alcuni malintenzionati potessero accedere dal mare". Il lavoro di controllo e bonifica durante eventi particolari o visite di personalità è una delle attività principali svolte dai sommozzatori della polizia ma gli impegni sono tantissimi e svariati. Spesso i poliziotti del mare si occupano di ricercare persone scomparse, armi utilizzate per commettere reati o ordigni e per fare questo si servono anche di strumenti come il sonar subacqueo e il metal detector. A volte intervengono in caso di calamità naturali o emergenze in mare per portare soccorsi, ma tra i lavori svolti c'è anche quello di tutela ambientale. A Palermo per esempio i "sessantametristi" hanno partecipato, insieme all'Università, a un progetto di risanamento dei fondali reimpiantandovi la Posidonia Oceanica.

Attrezzature speciali e alta professionalità

Al Centro nautico e sommozzatori oltre alla formazione e agli aggiornamenti di tutto il personale vengono anche testati tutti gli strumenti, i materiali e le attrezzature a disposizione degli operatori. Tra le apparecchiature speciali che permettono di lavorare in sicurezza c'è l'equipaggiamento da "palombaro leggero". "È una strumentazione che tramite un casco in kevlar e un cavo ombelicale consente" spiega Cavallo "all'operatore subacqueo di essere alimentato dalla superficie". In poche parole il sub non respira tramite bombola ma attraverso questo cavo, quindi dalla superficie e in questo modo non viene neanche in contatto con gli ambienti inquinati e contaminati in cui opera. La Polizia di Stato è l'unica forza di polizia in Italia ad avere l'abilitazione per utilizzare queste attrezzature che consentono anche una connessione video con chi sta fuori dall'acqua. In più tra i sommozzatori poliziotti solo uno, Gianluca Greco direttore del Nucleo, è abilitato a disattivare gli ordigni esplosivi che si trovano sott'acqua. È un artificiere subacqueo che ha ottenuto il brevetto per intervenire in caso di ordigni, frequentando il corso EOD della marina militare.

I 50 anni vengono festeggiati alla base navale del centro nautico della Polizia, a Le Grazie di Portovenere (La Spezia). Durante la cerimonia i sommozzatori del nucleo effettueranno simulazioni di intervento in mare. Sarà benedetta la statua di San Michele Arcangelo, che il nucleo ha donato al Comune di Portovenere, e che verra' collocata sui fondali dell'isola del Tinetto. Verrà inoltre presentato il libro ''I sommozzatori della Polizia di Stato - Cinquant'anni sotto i mari''.

05/09/2008
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