Palermo: un trapianto per curare il mare

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Due sommozzatori della Polizia impegnati nell'operazione

Si chiama "Posidonia Oceanica" ed è il nome di una pianta acquatica, considerata il polmone del Mediterraneo ma che a causa dell'inquinamento rischia di scomparire. Ma è anche il nome di un progetto della facoltà di Scienze biologiche dell'Università di Palermo a cui partecipano anche i sommozzatori della Polizia di Stato, per tutelare lo stato di salute delle acque e dell'ambiente.

Il programma è quello di risanare i fondali degradati della costa palermitana. Negli ultimi anni la flora e fauna della zona di Arenella si sono impoverite, in particolare a causa della pesca a strascico e degli scarichi di reflui urbani. Per questo motivo la pianta acquatica - che da il nome al progetto - è stata espiantata da una zona di mare sana come quella di Mongerbino per essere reimpiantata nelle acque "non molto in salute di quest'altra zona" dice Virgilio Alberelli, portavoce della questura di Palermo.

La Posidonia Oceanica infatti è una pianta che permette la fotosintesi clorofilliana che libera l'ossigeno sott'acqua consentendo la vita degli animali e degli altri organismi acquatici. I sommozzatori della Polizia hanno partecipato al trapianto e ogni due mesi scenderanno in acqua per monitorare l'area interessata e vedere se la sperimentazione, che sembra avere precedenti solo negli Stati Uniti e in Francia, può essere allargata anche ad altre zone.

La collaborazione con la ricerca scientifica, spiega Alberelli, è una piccola parte del lavoro svolto dalla Polizia di Stato ma molto importante perché serve a tutelare - come in questo caso - la salute del nostro mare e dell'ecosistema ambientale in genere.
13/09/2007
(modificato il 19/12/2007)
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