Cybercrime: phishing e riciclaggio, arresti in 45 Paesi

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CybercrimeErano hacker molto abili, accedevano abusivamente alle caselle di posta elettronica di società italiane ed estere, inserendosi nei rapporti commerciali tra aziende e fornitori; in questo modo riuscivano a indirizzare i reciproci pagamenti sui conti correnti dell'organizzazione criminale (Tecnica nota col nome di "Man in the middle" - Uomo di mezzo).

L'operazione "Triangle" della Polizia postale ha fatto luce su una rete criminale transnazionale composta prevalentemente da nigeriani e camerunensi, e ha permesso di ricostruire le tecniche che consentivano loro di realizzare ingenti profitti.

Il gruppo era specializzato anche nel riciclare le somme di denaro proveniente dall'attività di phishing, una truffa informatica che utilizza i dati riservati carpiti agli utenti della Rete da parte di soggetti che si spacciano per fonti legittime.

Sono in tutto 62 le ordinanze in fase di esecuzione in 45 Paesi al termine dell'indagine; tra queste sono 29 quelle emesse dalla Procura della Repubblica di Perugia. Per il momento sono state arrestate 49 persone, di cui 20 in Italia.

Gli indagati sono accusati di riciclaggio di proventi in attività di phishing, con l'aggravante dell'associazione e del reato transnazionale.

Al blitz internazionale hanno partecipato anche le polizie di Spagna, Polonia, Regno Unito, Belgio, Georgia, Turchia e Camerun insieme a quelle di Eurojust, Europol e Interpol.

L'indagine, iniziata nel settembre 2014 e condotta dal Compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Perugia, ha evidenziato importanti collegamenti tra una cellula operante a Torino e un'altra attiva in territorio spagnolo che ha reso necessario il coinvolgimento dei canali di cooperazione internazionale e delle omologhe strutture di Polizia e magistratura spagnola.

Tutto è iniziato da una segnalazione fatta alla Polizia postale di Perugia da Poste italiane, relativa a un trasferimento sospetto di 33mila euro su un conto corrente all'estero intestato a un cittadino del Camerun. Gli investigatori hanno scoperto che in realtà un'azienda perugina avrebbe dovuto inviare un bonifico al fornitore che stava in Veneto; bonifico richiesto con una mail del fornitore che in realtà non l'aveva mai spedita.

Indagando su questo episodio gli investigatori sono risaliti all'organizzazione internazionale, accertando oltre 800 transazioni fraudolente che dal 2012 hanno generato un danno di circa 6 milioni di euro. I bonifici andavano da 500 a 300mila euro, e le 55 aziende colpite dai truffatori erano sparse nei cinque continenti, anche se i Paesi più bersagliati sono stati gli Stati Uniti, la Svizzera, il Belgio, l'Italia, l'Austria, la Cina, Singapore e la Svizzera.

Le successive riunioni di coordinamento ad Europol e Eurojust hanno fatto poi emergere collegamenti e convergenze con un'indagine parallela della Polizia polacca.

Sul territorio italiano sono stati impegnati circa 80 agenti della Polizia postale, sia del Servizio centrale che dei Compartimenti regionali di Perugia, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna e Firenze.

Sergio Foffo

10/06/2015
(modificato il 11/06/2015)