Pistole, fucili e mitragliatrici. Deposito di armi a Roma

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le armi trovate nel deposito e il particolare di una matricola abrasa

Armi comuni e da guerra: 24 pistole di cui 6 revolver e 18 semiautomatiche, 4 fucili di cui 3 a pompa, 2 fucili mitragliatori M70 e anche 2 penne pistola. Un vero e proprio arsenale, con tanto di munizioni, è stato scoperto a Roma in un magazzino a via Tuscolana dagli agenti della squadra mobile diretti da Alberto Intini. Lo teneva un romano di 35 anni che non possedeva neppure il porto d'armi.

Un pedinamento durato 3 settimane. Gli uomini della II sezione hanno tenuto sotto controllo per giorni i movimenti di Marco Marino (questo il nome del proprietario del box) notato più volte con persone di estrema destra, ultrà delle due squadre capitoline, pregiudicati e nomadi. Il pedinamento li ha portati a scoprire il box con armi, munizioni e silenziatori.

Pistole e fucili erano tutte in ottima condizione, con il colpo in canna ed il caricatore, ed erano avvolte in panni dentro a degli scatoloni. Sono in corso, presso la Dac, gli accertamenti balistici che attraverso la banca dati "Ibis" permetteranno anche di sapere se qualcuna di queste armi è stata utilizzata per commettere crimini. Dell'indagine è stata interessata anche la Direzione distrettuale antimafia (Dda), ma al momento non sarebbero emersi legami con la criminalità organizzata.

Marino sarebbe un custode delle armi che teneva a disposizione della criminalità comune. Questa la prima ipotesi degli investigatori. L'uomo, un geometra che lavora in una piccola impresa edile, convive con una donna e una bambina in un appartamento nel quartiere Tuscolano. Le accuse nei suoi confronti sono detenzione di armi comuni, da guerra e clandestine, con munizionamento. Se qualcuna delle armi dovesse risultare rubata, all'uomo sarà contestato anche il reato di ricettazione.

26/09/2006
(modificato il 19/12/2007)
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