Omicidi irrisolti: nuovo team a caccia dei colpevoli

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Operatore di polizia consulta vecchi fascicoli di un archivioRiaprire casi di omicidio rimasti irrisolti per cercare di trovare i colpevoli grazie alle nuove tecniche e metodologie delle scienze forensi (o di applicazione forense). È questo l'obiettivo con cui è nato una gruppo di lavoro all'interno della Omicidi della Squadra mobile di Roma denominato "Cold case" (casi freddi) dalla famosa serie televisiva che si occupa proprio di delitti irrisolti.

Un'equipe di personale qualificato - composta da investigatori, medici legali, psicologi, criminologi - si riunisce per cercare di capire e valutare la possibilità che un vecchio caso venga riaperto e risolto. Per il momento ad essere presi in considerazione sono gli omicidi rimasti senza colpevole a Roma e provincia negli ultimi 10 anni. "Si tratta - dice Vittorio Rizzi, il capo della squadra mobile della Capitale - di una trentina di casi" che potrebbero essere riconsiderati alla luce di elementi o indizi che in passato non era stato possibile analizzare.

I progressi delle tecniche e delle scienze oggi permettono infatti di prendere in esame molti elementi in più: oltre che alle impronte digitali e palmari, le tracce elettroniche come riprese di telecamere, telefonate, movimenti bancari, telepass. Anche la medicina è dotata di strumenti più moderni che permettono di fare esami sempre più precisi e dettagliati. Con le tecnologie moderne i medici legali possono, per esempio, avvicinarsi con sempre maggiore precisione all'ora presunta della morte di un individuo.

L'importante è valutare i casi uno per uno e vedere, dice Rizzi, "di dare un peso ai vari elementi per poter stimare la probabilità, minima o massima, di riaprirlo con successo". La Squadra, con il supporto del pm Italo Ormanni, riesamina i vari fascicoli dando importanza soprattutto a elementi tipo: la presenza in vita dell'investigatore che all'epoca si era occupato delle indagini; la presenza in vita di uno o più testimoni; eventuali bossoli o impronte digitali o biologiche che all'epoca non potevano essere analizzate e così via. Ed è stata proprio l'analisi del Dna, effettuata sul liquido seminale lasciato sul corpo della vittima, a permettere di individuare recentemente l'assassino di Maria Scarfò, uccisa 7 anni fa sull'autostrada Roma-Napoli, e dare alla Polizia l'idea di creare questa nuova sezione.

Ma i casi di cui si occuperà "cold case" non sono solo quelli così "eclatanti di cui ha parlato la stampa e che interessano l'opinione pubblica" aggiunge ancora Rizzi "ma come è giusto che sia anche di quei casi che hanno suscitato meno clamore ma non per questo meritano meno attenzione".

09/01/2008
(modificato il 04/10/2008)
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