Milano: arrestati due brigatisti
Sono Manolo Morlacchi e Costantino Virgilio i due arrestati, questa mattina, dalla Digos di Roma a Milano con l'accusa di appartenere alle nuove Brigate Rosse.
Nel giugno scorso le abitazione dei due indagati erano state perquisite a seguito dell'arresto di altre cinque persone, risultate essere appartenenti alle nuove Brigate Rosse e in procinto di preparare un attentato. In quell'occasione era stato sequestrato diverso materiale e un computer. E proprio dalle analisi svolte su quest'ultimo sarebbe emersa l'appartenenza dei due al gruppo eversivo "per il comunismo Brigate Rosse". Manolo Morlacchi è, tra l'altro, il figlio del brigatista Piero Morlacchi.
Tra i documenti informatici è stato trovato una sorta di codice di comportamento per i "militanti rivoluzionari". Il manuale riporta le indicazioni per criptare i documenti, evitare i controlli delle forze dell'ordine, nonché i consigli per non farsi "tracciare" in Rete.
Dopo mesi di pedinamenti gli investigatori hanno scoperto che i due facevano telefonate in codice e organizzavano incontri strategici. L'organizzazione di matrice marxista-leninista propone il rilancio della lotta armata anche attraverso l'utilizzo della sigla Br.
L'operazione è stata portata a termine con la collaborazione della Digos milanese, della polizia postale e delle comunicazioni e con il coordinamento della Direzione centrale della polizia di prevenzione. Un'operazione - ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni congratulandosi con il capo della Polizia - che "dimostra che l'attenzione delle forze dell'ordine nei confronti del terrorismo brigatista è massima. Continueremo" - ha aggiunto il Ministro - "a mantenere alta la guardia per contrastare ogni forma di terrorismo, interno o internazionale che sia, ed evitare così in ritorno degli anni di piombo".
Anche il capo della Polizia Antonio Manganelli, a Gerusalemme per alcuni incontri operativi, ha dichiarato che questa che si è conclusa oggi è un'operazione di enorme importanza, preceduta da un lavoro di diversi mesi; dimostra come in Italia non sia possibile abbassare la soglia di attenzione, poiché sotto la cenere cova sempre qualcosa''. Quelli di oggi - ha concluso il prefetto Manganelli ''sono gli arresti che aspettavamo poiché chiudono un cerchio aperto con l'operazione di Milano del 2008; il coronamento di un lavoro accurato e fine anche dal punto di vista tecnico-investigativo''.
- In collaborazione con Poliziamoderna. -
(modificato il 21/01/2010)