Milano: "l'attentatore voleva provocare vittime"

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poliziotti davanti alla caserma Santa BarbaraL'attentato di ieri alla caserma dell'esercito "Santa Barbara", in via Perrucchetti a Milano "presenta aspetti di gravità e di virulenza che fanno ipotizzare che l'obiettivo dell'attentatore fosse quello di provocare vittime". È quanto dichiara il direttore della Direzione centrale della polizia di prevenzione, prefetto Carlo De Stefano, a seguito dell'attentato messo in atto questa mattina da un cittadino libico, residente a Milano.

"È difficile al momento stabilire se si tratta di un gesto isolato di un fanatico" - prosegue De Stefano - "o del disegno di un gruppo integralista". Dalle indagini svolte subito dopo l'esplosione sembra che Mohammed Game, l'attentatore di 35 anni, abbia cercato di infiltrarsi tra un'auto militare che stava entrando dalla porta carraia e il muro, ma è stato affrontato dai militari. A quel punto l'uomo, pronunciando qualche parola in arabo, ha fatto saltare in aria una valigetta in metallo, tipo quelle usate per portare attrezzi, rimanendo lui stesso gravemente ferito. Lievemente ferito è rimasto anche uno dei militari che ha cercato di fermare il libico.

Sempre secondo le dichiarazioni del direttore della polizia di prevenzione "la caserma Santa Barbara era già emersa come possibile obiettivo di un'azione terroristica nel corso di un'indagine che nel dicembre dello scorso anno portò all'arresto di due marocchini frequentatori della moschea di Macherio (in provincia di Milano). Nessun collegamento si evidenzia però tra i due episodi".

Mohammed Game "non è mai stato coinvolto in alcuna inchiesta sul terrorismo internazionale" dice il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro sottolineando che attualmente l'attentatore è in stato di arresto per detenzione, porto abusivo e fabbricazione di esplosivi, ma è stato denunciato anche per il reato di strage. Il cittadino libico si trova in Italia dal 2003, ha un regolare permesso di soggiorno, convive con una italiana e ha figli. A suo carico risulta solo una denuncia per ricettazione.

Anche il capo della Polizia Antonio Manganelli dichiara: "è una vicenda che stiamo approfondendo; a Milano il procuratore aggiunto Spataro e il capo della Digos stanno facendo gli accertamenti del caso e il sopralluogo è ancora in corso da parte della polizia scientifica''.

Il prefetto Manganelli ha poi spiegato che ''le investigazioni vanno fatte con cura e soprattutto le idee si sviluppano dopo che le tessere sono andate al loro posto. Io ho molta fiducia che si venga alla comprensione di quanto accaduto''.

12/10/2009
(modificato il 13/10/2009)