Le Olimpiadi della sicurezza

"L'ampio e sofisticato sistema della sicurezza messo in campo per le Olimpiadi di Torino ha funzionato alla perfezione". Ha così esordito il
ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu alla conferenza stampa organizzata al Viminale per la chiusura dei XX Giochi invernali. "Ancora una volta il
modello italiano di gestione dei grandi eventi ha funzionato bene - ha continuato - suscitando anche l'ammirazione di grandi esperti
internazionali". Anche questa volta al tavolo, come poco prima delle Olimpiadi dove si era decisa la strategia per garantire la sicurezza di una
Nazione intera, era presente il capo della Polizia Giovanni De Gennaro. Presenti oggi anche i vertici dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e
dei Vigili del Fuoco.
La mobilitazione delle forze dell'ordine e delle forze armate per la sicurezza della città di Torino e delle località che hanno
ospitato la competizione è stata comunque eccezionale: alle forze ordinarie si sono aggiunti altri 9.228 operatori della sicurezza, tra cui
4.405 poliziotti, 3.489 carabinieri, 1.101 agenti della Guardia di Finanza e 250 del Corpo Forestale dello Stato, per un numero complessivo di
appartenenti alle forze dell'ordine che ha superato ampiamente le 10.000 unità.
In azione naturalmente anche i nuclei antisabotaggio, le unità cinofile antiesplosivo, i reparti speciali delle varie forze di Polizia e gli
operatori che sono esperti a lavorare in montagna come i poliziotti del Centro di addestramento alpino di Moena. Uno "scudo" predisposto
dall'Aeronautica militare ha protetto dal cielo i giochi olimpici, e anche l'Esercito ha contribuito con i suoi uomini e mezzi alla
sicurezza.
Gli eventi ispiratori più recenti, che hanno fruttato una solida esperienza per realizzare il modello organizzativo della sicurezza dei XX
Giochi olimpici invernali, sono stati essenzialmente due: la firma del Trattato costituzionale europeo di Roma nel 2004 e quello dello scorso anno
relativo ai funerali di Papa Giovanni Paolo II e alle cerimonie di inizio pontificato di Benedetto XVI, che hanno portato nella Capitale milioni di
pellegrini. La gestione dei due eventi, anche secondo gli osservatori internazionali, è stata eccellente. A Torino, si è replicato
degnamente.
Responsabili della gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica, prima durante e dopo le gare, delle misure di sicurezza presso i villaggi e i
siti olimpici e della protezione di atleti, delegazioni e personalità, sono stati gli organismi centrali e periferici del ministero
dell'Interno. E' stato predisposto a tale fine il Cnio (Centro nazionale di informazioni sulle olimpiadi invernali 2006), incardinato nel
Dipartimento di Pubblica Sicurezza, presieduto dal capo della Polizia - direttore generale della Pubblica Sicurezza Giovanni De Gennaro. Il Cnio ha
tradotto in direttive operative le indicazioni politiche dettate dal ministro dell'Interno Pisanu in merito alla sicurezza connessa alla gestione
dei Giochi e opera in stretta collaborazione con il Casa (Centro di analisi strategica antiterrorismo) che ha riunito esponenti della Polizia di
Stato, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei servizi di informazione e di sicurezza. Il Casa è stato presieduto dal
direttore centrale della Polizia di Prevenzione del Dipartimento della pubblica sicurezza e ha svolto compiti di analisi e valutazione di notizie
relative al terrorismo, ha coordinato operazioni info-investigative di carattere preventivo e operativo. Determinante per la protezione e la
pianificazione è stato l'Ufficio ordine pubblico del Dipartimento della pubblica sicurezza, diretto da Francesco Tagliente, che ha curato
anche i rapporti istituzionali con i funzionari del ministero degli Affari Esteri, delle ambasciate e con i responsabili della sicurezza
stranieri.
Una task force di oltre 10.000 agenti ha garantito con discrezione lo svolgimento sereno dei giochi. Un riconoscimento è arrivato anche dal
presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Jacques Rogge, che ha ringraziato l'Italia e Torino: "La città merita l'oro più
bello per l'organizzazione e l'ospitalità". Arrivederci tra quattro anni in Canada.
(modificato il 19/12/2007)