Giovanni Alfazio
Nasce a Pirino (Torino) nel 1838.
Entra nell'amministrazione dell'Interno nel 1862.
Nel 1880 è nominato questore di Genova, poi successivamente di Torino, Napoli e Milano.
Nominato sottoprefetto guida la repressione in Sicilia al banditismo.
E' nominato prefetto di Benevento nel 1891.
E' nominato Direttore Generale della Pubblica sicurezza il 7 aprile 1896.
Le modalità del fallito attentato al re Umberto I, con la scorta a 200 metri di distanza dal sovrano, evidenziano l'assoluta carenza di mezzi della polizia che è costretta ad avvalersi di carrozze a cavalli di piazza, ovviamente meno veloci di quelli delle personalità del tempo.
Per porre rimedio alla situazione si studiano dei provvedimenti che però non trovano tutti attuazione a causa del precipitare degli eventi. A Milano infatti a causa dell'aumento del prezzo del pane ci sono continue manifestazioni di protesta che sfociano a maggio 1898 nelle tragiche quattro giornate meglio conosciute come la "protesta dello stomaco". L'intervento militare voluto dal governo, che vedeva dietro i manifestanti un disegno rivoluzionario, con pieni poteri al generale Bava Beccaris, causa molti morti e un numero imprecisato di feriti tra la folla dei manifestanti.
Durante il mandato Alfazio avvia comunque una riforma della polizia. La questura di Roma è soppressa e posta alle dipendenze del prefetto, il quale sovrintende ai dodici distretti di polizia della città, retti da un commissario col rango di sottoprefetto. E' introdotta la figura dell'agente speciale investigativo in abiti civili. All'Arma dei Carabinieri è richiesto di assicurare l'attività di polizia giudiziaria e la tutela della sicurezza solo fuori dalla cinta daziaria, aggiungendo altre otto stazioni alle quattro esistenti.
Altri provvedimenti non sono attuati per gravi problemi di ordine pubblico.
Cessa dal suo incarico il 1° agosto 1898.
(modificato il 10/05/2019)