Calcio, le regole del gioco per l'Osservatorio del Viminale

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Uno stadio di calcio

"Non siamo in emergenza, si stanno riscrivendo le regole. Perché il calcio torni ad essere uno sport, e nient'altro". Ad affermarlo è Felice Ferlizzi, direttore dell'Ufficio ordine pubblico del ministero dell'Interno, sollecitato su un tema professionale che gli sta a cuore e di cui è un vero esperto: le recenti decisioni prese dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, di cui lui è presidente anche se spesso in via straordinaria a dirigerlo è il vice capo della Polizia Antonio Manganelli, con compiti di sovrintendenza e di coordinamento del tavolo di lavoro.

L'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive
Un tavolo complesso, perché vi fanno parte forze dell'ordine, ma anche istituzioni che rappresentano il mondo del calcio, direttamente o indirettamente, come la Federcalcio, il Coni, la Lega professionisti e quella dei dilettanti, ma anche società che si occupano di trasporti, come Trenitalia. Complessivamente 13 votanti, interessati a un obiettivo comune che non può prescindere dalla sicurezza dei tifosi, ma anche dei poliziotti, dei carabinieri, dei vigili del fuoco o del personale "civile" che lavora ogni volta che c'è un appuntamento calcistico, e sportivo. Si vota a maggioranza assoluta, quindi le decisioni sono prese realmente da tutti, anche se possono sembrare "imposte" dalle forze dell'ordine, non è così.

"Noi stiamo lavorando per una cultura della legalità, dell'informazione", sottolinea Ferlizzi. D'altra parte l'Osservatorio "nasce proprio con un ruolo di garanzia che tenga conto in primis le esigenze di sicurezza", aggiunge Roberto Massucci, funzionario dell'Ufficio ordine pubblico del Dipartimento della pubblica sicurezza. "E' nato nel 1999 per un accordo interministeriale tra Interno e Attività Culturali, come organo di consulenza tecnica - continua Massucci - regolamentato in seguito dalla legge n. 210 del 17 ottobre 2005".

I fatti tragici che determinarono l'istituzione di un organo ad hoc, appunto dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, risalgono all'episodio del '99 quando un treno occupato da tifosi della Salernitana venne incendiato e morirono 4 ragazzi. Ci si arrivò, su impulso del capo della Polizia, perché l'escalation di violenza era costante e in aumento. Si ebbe la sensazione di un punto di non ritorno.

Verso la "normalità"
Ora, dalle parole dei due funzionari di Polizia la sensazione, nonostante l'emergenza in corso (e la morte dell'ispettore Filippo Raciti), è di cauto ottimismo: "si tornerà a una sorta di normalità, ma ancora non ci siamo. Si arriverà a questo, altrimenti vorrà dire che abbiamo fallito il nostro intento", dicono in coro i due esperti. Anche perché "gli obiettivi sono comuni": tutti vogliono che il calcio torni a essere solo un gioco.

La recente normativa di febbraio ha proprio questo scopo: far tornare rapidamente alla "normalità" tutto quello che ruota intorno al calcio, tifosi in testa. È un "quadro normativo ben chiaro che non lascia spazi a fraintendimenti" - dice Ferlizzi. "Poter acquistare un biglietto, essere identificabili e identificati, poter sedersi sul posto assegnato dopo i controlli di sicurezza avvenuti prima di entrare, e soprattutto, godersi lo spettacolo. Il tutto in uno stadio a norma".

Le regole fuori e dentro gli stadi
La Polizia non accetta l'allarmismo che si è fatto in questi giorni sul divieto di far entrare negli stadi di striscioni e bandiere. "La realtà è un'altra rispetto a quella descritta da alcuni". Tra l'altro l'Osservatorio è in linea con le direttive già applicate da molte polizie europee.
Emerge che è permesso entrare allo stadio con magliette, coccarde, sciarpe, bandiere "normali".
Quello che è vietato, sempre:

  • striscioni con contenuto di discriminazione razziale, violento, vilipendio, offensivo
  • tamburi, strumenti a percussione, megafoni
  • bandiere che intralcino la visuale e lo spettacolo in campo
  • materiale autorizzato ma dopo l'apertura dei cancelli

Possono invece essere introdotti nello stadio: striscioni e materiale per le coreografie, con la normale procedura di vaglio da parte delle forze dell'ordine. Le società ospiti dovranno sempre comunicare le misure, la grafica e i contenuti degli striscioni che intendono esporre. Questo già avviene in procedura telematica.

Un "termometro" per valutare i rischi delle partite
E' stata introdotta dall'Osservatorio anche una "scala di rischi", per valutare le partite secondo un rischio da 0 a 3. Dopo la normativa del febbraio 2007, per esempio, in notturna si stanno giocando esclusivamente le partite a rischio 0.
In sintesi il fattore rischio è valutato in base a questi parametri: l'impianto sportivo, i rapporti tra le tifoserie, i precendenti, l'importanza sportiva della gara.

19/03/2007
(modificato il 19/12/2007)
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