Pedofilia e pedo-pornografia on line

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La polizia delle comunicazioni al lavoro su Internet

Nel "Protocollo opzionale sulla vendita di bambini, la prostituzione minorile e la pedo-pornografia" delle Nazioni Unite la pedo-pornografia viene definita come ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un bambino in attività sessuali esplicite, reali o simulate o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un bambino per scopi principalmente sessuali.

La diffusione di foto, film e immagini pornografiche oggi trova ampio mercato su Internet dove è una presenza "sempre più inquietante" anche quella di pedofili e di persone che scambiano materiale pedo-pornografico. Ma la risposta delle forze dell'ordine, e in particolare della polizia postale e delle comunicazioni, è sempre più efficace.

Dal 1998 grazie alle possibilità offerte dalla legge 269, che consente agli agenti di lavorare sotto copertura, la polizia postale e delle comunicazioni svolge un'importante attività di monitoraggio dei siti web, utilizzando siti "civetta" e simulando l'acquisto di materiale pedo-pornografico per scoprire i pedofili.

In sei anni (dal 1998 al 2005) sono state monitorati ben 209.566 siti web. Di questi solo 152 sono stati posti sotto sequestro perché la maggior parte dei siti è appoggiata su server esteri e sono stati pertanto segnalati agli organi investigativi di competenza. Nel corso degli anni in Italia sono state arrestate 146 persone e 3.113 sono state denunciate in stato di libertà.

Psicologi e esperti della Polizia studiano i comportamenti dei pedofili sul web che sentendosi al sicuro dietro l'anonimato elettronico si abbandonano alle proprie perversioni alla ricerca di "loro simili" ma anche il comportamento dei bambini. Viene cioè analizzato il modo in cui i minori si muovono nelle chat e sulla rete per definire eventuali comportamenti a rischio e poter sviluppare un'attività di prevenzione.

27/03/2006
(modificato il 19/12/2007)
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