Emanuele Petri: 30 anni in Polizia con coraggio e altruismo

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Emanuele Petri

Emanuele Petri è morto il 2 marzo 2003 in un conflitto a fuoco sul treno Roma-Firenze durante un controllo di routine, svolto insieme ad altri due colleghi: Bruno Fortunato e Giovanni Di Fronzo.

Il sovrintendente Emanuele Petri, 48 anni, è morto dopo aver trascorso quasi 30 anni in Polizia in un giorno in cui non avrebbe neanche dovuto essere in servizio.

Emanuele aveva infatti cambiato il turno solo per poter accompagnare un amico ad una visita medica. L'altruismo di "Lele", come lo chiamavano i colleghi e gli amici, era riconosciuto da tutti e proprio così lo ricordano gli abitanti di Tuoro sul Trasimeno il paese, in provincia di Perugia, dove il poliziotto abitava: "Lele, sempre a disposizione degli altri", "Lele il compagnone", "un ragazzo al quale piaceva scherzare, sempre con la battuta pronta".

Un poliziotto che faceva il suo lavoro con orgoglio, consapevole dei rischi che poteva correre ma coraggioso e sempre disponibile. Già una volta era stato coinvolto in un conflitto a fuoco. Era il 23 maggio del 1980 e Emanuele aveva deciso di intervenire per fermare un uomo armato che, in preda ad un attacco di follia, aveva cominciato a sparare all'impazzata nel centro di Arezzo mettendo a rischio la vita di molte persone.

La sparatoria del treno Roma-Firenze portò all'arresto della terrorista Nadia Desdemona Lioce e permise agli investigatori della Polizia di Stato di ricostruire la storia delle nuove Brigate Rosse e dei membri dell'organizzazione terroristica, responsabili tra l'altro dell'assassinio dei consulenti del Ministero del Lavoro Massimo D'Antona e Marco Biagi (uccisi rispettivamente nel 1999 e nel 2002). La Lioce venne condannata all'ergastolo per l'assassinio del Sovrintendente Emanuele Petri e per quelli dei due professori universitari.

Chi era

Nato a Castiglion del Lago il primo febbraio del 1955, Petri era entrato in Polizia nell'ottobre del '73 come allievo frequentando il corso nella scuola di Trieste.

Nel maggio del '74 era stato trasferito a Roma, all'Autocentro di Polizia, poi nel '75 in quello di Firenze.

Nel '78 era arrivato alla questura di Arezzo dove era rimasto fino all'agosto del '91 anno in cui era passato al compartimento di Polizia Ferroviaria di Arezzo. In questo lungo periodo Emanuele si era sposato e aveva avuto, nel 1984, un figlio di nome Angelo che oggi ha 19 anni. Nel 1992 il sovrintendente era stato assegnato alla Polfer di Terontola.

17/11/2007
(modificato il 13/12/2007)
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