Più sicurezza nei quartieri

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Poliziotti di quartiere in servizio I poliziotti e i carabinieri di quartiere hanno contribuito negli ultimi due anni a "una diminuzione rilevante dei reati predatori e a diffondere la legalità, a migliorare la convivenza civile, ad accrescere la fiducia dei cittadini nello stato democratico". A sostenerlo è il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, intervenuto nella cerimonia organizzata alla Scuola superiore dell'amministrazione dell'Interno per presentare il potenziamento del servizio. Infatti da lunedì 16 gennaio saranno operative altre 754 unità in alcune zone di Roma, Napoli, Milano e Torino, per un numero complessivo di 3.701 poliziotti e carabinieri di quartiere, che controlleranno 748 aree cittadine italiane.

Le cifre sembrano confortare l'iniziativa nata nel 2002, su impulso proprio del ministero dell'Interno, tanto che i dati sulla microcriminalità, nelle zone coperte dal servizio, fanno rilevare una flessione di scippi, furti, borseggi e rapine.

Ma la figura del poliziotto di quartiere parte da più lontano, in particolare dal concetto di "Polizia di prossimità" e di "Sicurezza partecipata", una vera e propria filosofia per la Polizia di Stato: la volontà di essere "Vicini alla gente" per comprendere realmente i bisogni dei cittadini e aumentare la loro fiducia nei confronti delle forze dell'ordine. E chi meglio di un poliziotto delle Volanti o di un agente che fa servizio a piedi o in bicicletta nei nostri quartieri può diventare "uno di famiglia"?

Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il capo della Polizia Giovanni De Gennaro e il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Luciano Gottardo.

12/01/2006
(modificato il 19/12/2007)
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