Polizia Postale: "Operazione Babylon"

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E' ancora recentissima l'eco della chiusura da parte delle Autorità statunitensi del sito "Silk Road", il market place più conosciuto del web, a cui è seguita una condanna all'ergastolo del fondatore ed un risarcimento danni al Governo per 184 milioni di dollari. La silk road nostrana targata "Babylon" non è da meno. Molto è stato già scritto in merito alle reti Darknet ove le connessioni sono completamente anonimizzate e dove l'impunità sembra garantita: così non è. E' una lunga strada quella percorsa dagli agenti sottocopertura del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia On line - C.N.C.P.O., fin dagli anni '90 terreno pilota delle investigazioni sul cybercrime della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, focalizzate su comunità pedofile presenti nella Rete Tor, hanno consentito alla Polizia di Stato, per la prima volta in Italia, in collaborazione con Europol, di individuare un market place dell'illecito, ove sono presenti attività illegali di ogni genere. Anche i traffici della pedopornografia si ricongiungono alle nuove frontiere dell'e-commerce illegale che utilizzano il Deep web, quello non segnalato dai motori di ricerca, ove la cybercriminalità gestisce volumi di affari faraonici scanditi dalla cryptomoneta Bit-coin. I sentieri della Rete battuti dagli operatori di Polizia in sottocopertura si sono spinti in luoghi sempre più impervi fino alla rete Darknet Tor, in cui emerge sempre più pressante la sfida di espugnare i luoghi virtuali dove vige l'assoluta anonimizzazione di tutte le connessioni. Un vero e proprio paradiso telematico per l'orco che vuole nascondersi e agire indisturbato nel condividere le sue preferenze, le immagini in suo possesso, la sua storia, un vera e propria fucina che fomenta e moltiplica la produzione di nuove immagini, allargando a dismisura le proporzioni dell'inferno degli abusi. "Babylon" rappresenta un segmento importante dell'indagine avviata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni circa due anni fa allorquando, dall'analisi di alcune tracce informatiche, gli investigatori si sono resi conto che si poteva risalire ad una fonte rivelatrice da scardinare e dopo laboriosi tentativi hanno individuato un hidden service ( servizio web anonimizzato) all'interno della Rete TOR , gestito dall'Italia. Complesse perquisizioni informatiche, contestuali a quelle domiciliari, condotte lo scorso 29 luglio in Campania con il supporto di colleghi dell'Europol, a carico del gestore degli spazi web Tor, ove le comunità pedofile scambiano informazioni per reperire il "materiale di nuova produzione", hanno confermato l'ipotesi investigativa principale : Babylon, il market place tra i più gettonati per i traffici illeciti del Darknet è gestito da un italiano. Oltre alla vendita di armi, passaporti di diverse nazionalità, di documenti di identità, carte di credito e buoni pasto falsi, carte pay tv satellitari, servizi di hacking, ospita circa 210 venditori di droga. Il business del soggetto italiano annovera anche i traffici relativi al servizio web di "Pablo Escobar", ricercato dalle Polizie telematiche di mezzo mondo per traffico di droga. Di assoluta novità il rinvenimento di 14000 wallet di cryptomoneta bitcoin- portafogli virtuali- sottoposti a sequestro, che consentirà di ricostruirne il volume di affari.Sono già in corso le analisi forensi del materiale in sequestro per l'evoluzione delle indagini nei canali di cooperazione internazionale e la prosecuzione della collaborazione avviata con Europol e con FBI.

31/07/2015
(modificato il 01/08/2015)
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