Latina: auto di lusso rubate in Italia e vendute all’estero, 11 arresti
Fermata dalla Polizia di Latina organizzazione criminale italo-francese specializzata in furti e riciclaggio di auto di lusso. L’operazione condotta dalla Polizia stradale ha consentito di arrestare 11 persone tra l’Italia e la Francia per i reati di furto e riciclaggio internazionale di veicoli, ricettazione, appropriazione indebita, truffa, falso ed estorsione.
La banda che si avvaleva spesso di elementi fissi per le loro spiccate capacità criminali e competenze tecniche, era in grado di immettere nel mercato clandestino, italiano ed estero, decine di auto rubate al giorno, scadenzando con estrema precisione la sequenza di tutte le operazioni illecite necessarie per la nuova identità del veicolo.
Il capo, un cittadino italiano di origine marocchina, noto nell’ambiente anche per i suoi metodi bruschi ed intimidatori, teneva le fila di tutte le attività compiute dai complici a cui affidava, di volta in volta, compiti e rigorosi tempi di azione, svolgendo anche una capillare azione di controllo sul loro operato.
Era lui a decidere le azioni e i metodi da mettere in campo e a tenere tutti i contatti all’interno dell’ampia rete criminale sia in ambito locale che internazionale (grazie alla conoscenza delle lingue italiana, francese e araba). In particolare in Francia si era procurato una base logistica da utilizzare come punto di approdo dei veicoli che dovevano entrare nel mercato clandestino internazionale.
I furti su strada o nelle grandi aree di parcheggio venivano eseguiti dopo attenti sopralluoghi; altre volte le auto venivano rubate approfittando di un momento di distrazione dei proprietari (ad es. mentre erano intenti a fare benzina); oppure le sottraevano dall’interno degli autosaloni. In altri casi, invece, trattenevano indebitamente i veicoli regolarmente noleggiati presso attività dislocate in tutta Italia.
Le auto rubate, con tempi rapidi e cautele consolidate, soprattutto per disattivare gli allarmi, venivano portate nelle officine per la “trasformazione”; qui meccanici e carrozzieri compiacenti modificavano il telaio, sostituivano le targhe e riparavano i danni dell’effrazione. Nel frattempo, i falsificatori specializzati, si adoperavano per produrre la documentazione falsa o alterata necessaria a costruire la nuova identità delle auto ripulite. Le basi logistiche, collocate nella campagna pontina, venivano isolate con jammer che azzeravano qualsiasi segnale.
L’ultimo compito era affidato ai drivers, conducenti talvolta occasionali, che, dopo aver lavato e lucidato i veicoli, li guidavano fino a raggiungere i punti di scambio, in Italia o all’estero.
I poliziotti di Latina in più occasioni hanno richiesto la collaborazione dei Centri Operativi della Stradale dislocati sulla rete autostradale per bloccare i drivers e recuperare le auto.
Fondamentale per l’esito dell’indagine è stata la sinergia con la Polizia francese, con la quale è stato effettuato un complesso scambio info-investigativo durante l’intera l’attività.
In sei mesi di indagini, gli investigatori hanno arrestato quattro persone (di cui una in Francia) e ne hanno denunciate altre dieci. Inoltre hanno recuperato e restituito agli aventi diritto, 33 veicoli di ingente valore quantificabile in oltre due milioni di euro.