Arrestati i "Predoni" che rubavano e ricettavano merce di ogni tipo
Furti in abitazioni ed esercizi commerciali, ricettazione e riciclaggio di oro e oggetti preziosi, sono alcuni dei
reati di cui sono accusate le sette persone a cui la Squadra mobile di Alessandria ha notificato altrettanti provvedimenti dell'autorità giudiziaria
nell'ambito dell'operazione "Predoni" (Guarda il video di
un assalto).
Sono quattro gli indagati finiti in carcere, mentre per altri tre è scattato l'obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.
I destinatari dei provvedimenti, sei cittadini romeni e uno italiano, facevano parte di una banda di ladri che agiva nelle province di Alessandria e Pavia.
Il gruppo di criminali operava senza una programmazione ben definita, seguendo le necessità dei singoli membri della banda, ma anche i desideri provenienti da committenti esterni, che di volta in volta chiedevano carburante, derrate alimentari, attrezzi da lavoro oppure oggetti elettronici.
Uno di loro, l'unico italiano del gruppo, era un artigiano orafo che aveva il compito di riciclare oro e oggetti preziosi. In particolare fondeva l'oro ottenendo oggetti nuovi, non ricollegabili a quelli rubati.
Per realizzare i loro colpi i criminali usavano spesso delle auto rubate, che venivano utilizzate come "ariete" per sfondare le vetrine degli esercizi commerciali.
Una volta dentro, i ladri stendevano a terra delle lenzuola che venivano riempite di merci e, in pochi minuti, si dileguavano. Poi nascondevano la
merce rubata all'interno di cascine abbandonate o magazzini in aperta campagna, in attesa di monetizzarla.
Alcuni elementi del gruppo avevano proprio il compito di occuparsi di "smaltire" il bottino in modo da trasformarlo in denaro, inviando anche parte
di esso all'estero.
Gli investigatori della Mobile hanno stimato che il valore della merce rubata nel corso dei diversi colpi messi a segno sia di almeno 300mila euro, anche se la maggior parte della refurtiva è stata recuperata nel corso delle indagini, durate circa un anno.
L'attività degli investigatori è partita dopo uno dei furti messi a segno con la tecnica della spaccata con "ariete".
La successiva analisi di tabulati e delle celle telefoniche della zona è stata messa a confronto con gli analoghi dati estrapolati nelle zone degli altri colpi.
I numeri sospetti sono stati messi sotto controllo e, successivamente, sono state avviate anche intercettazioni ambientali, che, insieme a pedinamenti e appostamenti, hanno portato all'individuazione degli appartenenti alla banda.
All'esecuzione delle ordinanze hanno partecipato anche agenti della Squadra mobile di Pavia e alcune pattuglie dei Reparti prevenzione crimine Piemonte, per un totale di circa 50 agenti.
Sergio Foffo