Camorra: in carcere 34 affiliati al clan Belforte

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Consegna di soldiEstorsioni e droga erano i settori di business del clan camorristico dei Belforte, attivo nella zona di Maddaloni, in provincia di Caserta. La Squadra mobile ne ha stroncato l'attività grazie a un'indagine iniziata nel gennaio 2011 e conclusa questa mattina con la notifica di 34 ordinanze di custodia cautelare ad altrettanti affiliati all'organizzazione criminale (video).

Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, reati inerenti le armi, associazione per delinquere finalizzata all'acquisto, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, aggravati dall'utilizzo della metodologia mafiosa e dal fine di agevolare l'organizzazione camorristica.

Venti persone sono finite in carcere e sei ai domiciliari, mentre 14 affiliati hanno ricevuto la notifica dell'ordinanza direttamente dietro le sbarre, in quanto già detenuti per altri motivi.

L'attività della Mobile casertana, coordinata dalla Divisione distrettuale antimafia di Napoli, ha preso il via dopo l'arresto di un pregiudicato trovato in possesso di alcuni "pizzini" contenenti una serie di istruzioni e cifre relative a imprenditori e commercianti a cui estorcere denaro. L'uomo, arrestato per detenzione di armi e stupefacenti, era uno dei leader del clan.

La documentazione sequestrata permise agli investigatori di ricostruire più di trenta estorsioni realizzate ai danni di cantieri edili, dei loro fornitori, distributori di carburante, aziende di trasporto, commercianti e negozi di abbigliamento.

Nemmeno la chiesa era esonerata dal pizzo, infatti anche l'azienda vincitrice dell'appalto per la realizzazione di un complesso parrocchiale era sul libro nero dei Belfiore.

Alcuni affiliati all'organizzazione avevano avviato anche una proficua attività di spaccio, in particolare di hashish, nella zona di Maddaloni, integrando così le entrate derivanti dalle estorsioni.

03/11/2014
(modificato il 10/11/2014)