Call center per ragazze "squillo" cinesi, 11 arresti

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Prostitute cinesiBastava chiamare il numero pubblicizzato su stampa e siti internet per essere indirizzati alla "Casa chiusa" più vicina.

In questo modo un'organizzazione criminale sfruttava decine di giovani ragazze cinesi, che venivano fatte prostituire in appartamenti sparsi in tutta Italia.

L'operazione "Fenghuang", portata a termine questa mattina dalla Squadra mobile di Rimini, ha interrotto l'attività della banda di sfruttatori. Sono undici infatti le ordinanze eseguite dagli agenti della questura, con nove cinesi finiti in carcere, mentre a uno dei due italiani del gruppo è stata inflitta la misura cautelare dell'obbligo di dimora. Altre tre persone, due cinesi e un italiano, sono ancora ricercate.

Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

All'operazione hanno collaborato le Squadre mobili di Milano, Brescia, Cremona, Reggio Emilia, Modena e Forlì, dove si trovavano alcuni degli appartamenti gestiti dall'organizzazione.

L'indagine risale al 2011, quando arrivarono le prime segnalazioni relative all'attività illegale che si svolgeva all'interno di alcuni appartamenti di Rimini.

Il cliente chiamava un numero al quale rispondeva una maitresse, che, come in un call center, lo indirizzava all'appartamento più vicino alla sua zona.
Almeno 15 le case d'appuntamento scoperte, e in ognuna di queste "lavoravano" 5 o 6 ragazze, capaci di fruttare all'organizzazione fino a 6mila euro ogni settimana.

Le prostitute erano delle vere e proprie schiave del sesso, costrette a lavorare giorno e notte, sette giorni su sette, senza poter mai uscire dall'appartamento nel quale erano segregate, in condizioni di vita disumane.

Ogni settimana un membro dell'organizzazione passava a ritirare i soldi che, dopo aver pagato i gestori dei call center e l'affitto degli appartamenti, venivano spediti in Cina, quasi certamente all'organizzazione mafiosa che gestisce il sistema e che provvede a reclutare e addestrare le ragazze.

Le giovani squillo in realtà erano consapevoli di ciò che le aspettava in Italia, e aspiravano a diventare a loro volta maitresse all'interno del gruppo criminale.

19/05/2014
(modificato il 20/05/2014)