Minacce alla famiglia del pentito, arrestati 4 mafiosi della "Stidda"

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La questura di RagusaGiuseppe Doilo era uno dei boss della famiglia della Stidda di Vittoria (Ragusa), e quando nel gennaio dello scorso anno si è pentito, diventando collaboratore di giustizia, i suoi "ex colleghi" hanno da subito posto in essere degli atti intimidatori nei suoi confronti e della sua famiglia, in particolare è stata data alle fiamme l'auto di suo padre.

Al termine dell'operazione denominata "Revenge", gli agenti della Squadra mobile di Ragusa, in collaborazione con quelli di Roma e con il commissariato di Vittoria, hanno arrestato quattro persone, due residenti a Roma e gli altri nel comune del ragusano, ritenute responsabili di reiterate minacce ai familiari del collaboratore.

Le intimidazioni erano state poste in essere con lo scopo di costringere moglie e suocera ad abbandonare il territorio del comune di Vittoria, in quanto "non graditi".

Le dichiarazioni rese da Doilo sono state molto utili a far luce sulle attività illecite del gruppo mafioso, anche perché il collaboratore è il genero del reggente del gruppo mafioso, all'interno del quale rivestiva un ruolo apicale.

Nel gennaio scorso la moglie del pentito aveva abbandonato il programma di protezione per tornare a Vittoria, ospite di sua madre nonché moglie dell'attuale capo del gruppo criminale.

Questo episodio, considerato un grave affronto nei confronti dei fratelli del boss e degli altri affiliati alla Stidda, ha generato una violenta reazione nei confronti della moglie, accusata di essere tornata in qualità di consorte dell'infame, e della madre per averla ospitata.

In seguito alle ripetute minacce le due donne sono state costrette ad abbandonare il paese, rientrando entrambe nel programma di protezione.

04/05/2013
Parole chiave:
mafia - ragusa - minacce - arresti - squadra mobile - stidda