Varese: molestava giovane disabile, arrestato

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Perseguitava e molestava sessualmente una disabile: questa mattina un settantacinquenne residente in città è stato arrestato dagli investigatori del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio, che hanno eseguito un'Ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di atti persecutori, violenza sessuale e violenza privata.

Si tratta dell'ennesimo caso di "stalking", che questa volta ha per protagonista un anziano (che in passato era stato sorpreso a masturbarsi in un luogo pubblico) morbosamente attratto da una ragazza straniera, disabile, di diciannove anni.

L'uomo, da alcuni mesi, assillava la giovane appostandosi sotto la sua abitazione, controllando ogni suo movimento, fissando appuntamenti in zone appartate, attendendola all'uscita da scuola e seguendola costantemente.

Lo stalker, per ottenere la completa sottomissione della vittima, aveva ripetutamente minacciato di denunciare i suoi familiari accusandoli di farla prostituire, riuscendo a infondere nella vittima un costante stato di ansia e paura; per ottenere questo risultato l'uomo ha fatto subdolamente leva sul grave ritardo mentale della giovane che, pur avendo un'età anagrafica di 19 anni, ha le capacità cognitive e relazionali di una bambina.

Inoltre l'indagato ha evidenziato una notevole perseveranza, tanto che nemmeno l'attivo interessamento degli educatori, della madre della migliore amica e dei genitori della stessa vittima è stato sufficiente farlo desistere.

Finalmente i genitori della giovane disabile, stanchi e preoccupati, hanno deciso di sporgere denuncia in Commissariato. I poliziotti, nonostante la mancanza di collaborazione della vittima completamente assoggettata al suo persecutore, hanno rapidamente trovato riscontri alle ipotesi investigative verificando anche direttamente, con servizi di osservazione e pedinamento, che l'anziano era solito appostarsi nei pressi dell'istituto scolastico frequentato dalla ragazza, seguirla durante il tragitto in autobus da casa a scuola e imporle atti di evidente natura sessuale.

La Procura della Repubblica di Busto Arsizio (Dott. ssa Francesca PAROLA) ha quindi richiesto al GIP (Dott. Alessandro CHIONNA) l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, l'unica giudicata idonea ad impedire che la vittima possa ancora subire i soprusi dell'uomo

03/01/2013
Parole chiave:
fatti del giorno