Pescara: risolto "cold case" dopo 22 anni

CONDIVIDI

Una volante della poliziaDopo 22 anni gli investigatori della Squadra mobile di Pescara hanno fatto luce su un delitto irrisolto avvenuto nel 1990.

Incalzato dagli investigatori, il 58enne marito della donna, Giulio Cesare Morrone, ha inizialmente negato e poi confessato di aver ucciso la moglie e di essersi disfatto lo stesso giorno del cadavere, scaricato in un corso d'acqua in provincia di Ferrara.

Proprio in questa località si stanno concentrando le ricerche della polizia al fine di individuarne i resti. L'uomo è stato denunciato a piede libero.

Nel marzo del 1990, la donna si allontanò apparentemente dalla sua abitazione di Santa Teresa di Spoltore (Pescara) dove viveva con il marito e due figli. Dopo sette mesi le sorelle della vittima denunciarono il fatto, e al termine di una breve indagine, il caso fu archiviato come "scomparsa volontaria".

Alcuni mesi fa la svolta che ha portato alla riapertura delle indagini.

Un uomo ha raccontato alla polizia di aver saputo da un suo amico sacerdote, che una persona gli aveva rivelato, in un momento di sfogo ricevuto al di fuori del sacramento della confessione, di aver ucciso la moglie, rivelando anche i particolari della vicenda.

Dopo aver riscontrato la fondatezza della notizia, gli investigatori hanno riaperto il caso.

Decisivo lo studio preliminare del profilo psicologico del sospetto assassino, tracciato secondo le più moderne tecniche di polizia giudiziaria, affiancato ad un lavoro di contestualizzazione socio-familiare degli avvenimenti.

Tutto ciò ha consentito di orientare efficacemente la strategia di indagine, al punto tale da indurre il soggetto indagato a confessare l'omicidio.

All'indagine ha partecipato personale specializzato dell'Unità delitti insoluti del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato.

18/12/2012