Nuove frontiere nell'adescamento online dei bambini

CONDIVIDI

Uomo al computer

La rete internet ha cancellato i confini geografici aprendo per tutti enormi potenzialità di comunicazione, scambio e contatto tra le persone. Tale meravigliosa opportunità ha purtroppo un suo rovescio della medaglia: dietro nickname di fantasia, attraverso falsi profili su community e social network, veri e propri pedofili navigano la rete in cerca di contatti con bambini e ragazzi, si scambiano informazioni sui luoghi virtuali dove reperire materiale di abuso sessuale sui minori, argomentano scambiandosi opinioni sulla liceità della pedofilia.

Il pedofilo è in generale un criminale piuttosto lucido e con una scarsa percezione della gravità delle sue inclinazioni: spesso quindi la manipolazione è una modalità che ben sanno utilizzare e che mettono al servizio di una buona capacità di intrattenere rapporti "epistolari" e conversazioni scritte, le forme tipiche della comunicazione online. I pedofili inoltre sono sempre dei profondi conoscitori del mondo infantile e adolescenziale e sanno quindi come e dove concentrare le loro energie per aumentare al massimo la probabilità di ottenere confidenze da utenti minori della rete.

L'iter che conduce un contatto casuale tra un adulto e un minore a divenire un tentativo di adescamento è assai variegato in ragione di molti elementi tra cui spicca decisamente l'estrema variabilità tra personalità e comportamenti tipici dei pedofili.
Nella casistica arrivata all'attenzione dell'unità di Analisi dei Crimini Informatici e del Centro Nazionale per il contrasto alla pedofilia online ci sono soggetti con caratteristiche tipiche del criminale lucido, caratterizzato da complesse abilità relazionali che ne fanno un interlocutore attraente e competente nei contatti con minori e altri invece particolarmente diretti e aggressivi nell'interazione online, incapaci di attendere i tempi e le difficoltà dei minori più inibiti, con evidenti modalità di interazione e controllo delle emozioni particolarmente immature.

Il pedofilo tuttavia in genere inizia una conversazione su tematiche banali e tipiche della vita di un bambino/ragazzo cercando nelle chat (anche telefoniche), nei forum, nei siti di giochi di ruolo, nei social network proprio quei profili che corrispondono alla sua fascia di età preferita. Talvolta mente sulla sua età anagrafica, salvo poi rivelarla quando la relazione si approfondisce. Le richieste di confidenze sessuali arrivano a volte subito, a volte sono precedute da dichiarazioni di trasporto sentimentale. La richiesta di immagini osè è il passo successivo a cui segue, qualora ci sia la disponibilità del minore, la richiesta di un incontro reale.

Recentemente è emerso come sempre più spesso minori in età preadolescenziale (età compresa tra gli 11 e i 14 anni) utilizzino pagine di social network per proporsi in modo provocante e allusivo di una disponibilità sentimentale ed erotica a coetanei e adulti.
Tale fenomeno costituisce una nuova frontiera di impegno delle azioni di prevenzione e repressione dello sfruttamento sessuale di minori a mezzo internet perché, comprendendo come l'inesperienza e l'immaturità di soggetti in fase evolutiva possa ingenerare comportamenti imprudenti, si ravvede in tali comportamenti elementi di grande pericolosità e di estrema preoccupazione.
Soggetti pedofili ancora indecisi nel mettere in atto comportamenti di molestia online potrebbero interpretare i messaggi allusivi delle potenziali vittime come profferte di disponibilità autentica e consapevole, utilizzando di fronte a se stessi e alla propria coscienza deviata, argomentazioni che conducono ad un pericoloso passaggio all'atto pratico.

10/05/2013
(modificato il 29/02/2016)
Parole chiave:
pedofilia online