Narcos colombiani e 'ndrangheta: Bologna crocevia della cocaina

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Droga sequestrata dalla poliziaNarcotrafficanti colombiani e rappresentanti della 'ndrangheta legati al clan Mancuso di Vibo Valentia si incontravano in una lussuosa villa nel comune di Bentivoglio, in provincia di Bologna, per trattare l'acquisto di rilevanti quantità di cocaina da introdurre sul mercato italiano.

Questa mattina gli uomini della Squadra mobile del capoluogo emiliano hanno scritto la parola fine sui traffici dell'organizzazione, arrestando 14 persone al termine dell'operazione internazionale antidroga denominata "Due torri connection".

Quattro degli arrestati sono stati fermati in Spagna e un tedesco, considerato un punto di collegamento tra italiani e colombiani, in Austria. I nove italiani sono stati bloccati con la collaborazione delle Squadre mobili di Catanzaro, Teramo, Vicenza e Vibo Valentia.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina.

L'indagine, durata più di un anno e coordinata dal Servizio centrale operativo e dalla Direzione centrale per i servizi antidroga, ha permesso di accertare che i referenti della cosca Mancuso avevano una base logistica a Bologna.

Da qui intrattenevano rapporti con trafficanti colombiani attivi in Spagna e Sud America per l'importazione nel nostro Paese di rilevanti quantità di cocaina.

Gli incontri avvenivano nella villa di proprietà degli uomini della 'ndrina, dove venditori sud americani e mediatori spagnoli e austriaci incontravano gli acquirenti calabresi per definire i prezzi all'ingrosso della cocaina, le modalità di trasporto e di consegna dal Sud America, risolvere controversie e decidere eventuali ritorsioni nei confronti di coloro che non rispettavano gli accordi.

L'attività investigativa, costituita da intercettazioni telefoniche, ambientali, appostamenti e video riprese, ha permesso di scoprire che le parti stavano trattando l'arrivo di 1.500 chili di cocaina che avrebbe dovuto viaggiare nascosta in scatoloni a bordo i aerei privati decollati dall'aeroporto di Quito (Ecuador), o nascosta tra altre merci in container a bordo di motonavi provenienti dal Sud America.

Una volta in Italia, il carico avrebbe raggiunto, via terra, la provincia di Teramo per essere nascosto in una villa e in un capannone industriale.

03/08/2011
(modificato il 05/08/2011)