Catanzaro: chiuso il "Chiosco" rom dello spaccio

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Un arresto effettuato dalla polizia"Sono arrivati i panini". Era questo uno dei messaggi in codice che utilizzavano gli spacciatori per avvertire i clienti che la droga era arrivata.

L'organizzazione criminale che gestiva lo spaccio all'ingrosso e al dettaglio nei quartieri sud di Catanzaro, costituita prevalentemente da appartenenti alla comunità rom, da anni stanziale in città, è stata smantellata dagli uomini della questura.

L'indagine, condotta dalla Squadra mobile della provincia calabrese, è stata conclusa questa mattina con la collaborazione dei Carabinieri che hanno arrestato 13 dei 38 appartenenti alla struttura specializzata nel narcotraffico, mentre gli altri sono stati ammanettati dagli uomini della questura. L'accusa è per tutti di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L'operazione "Chiosco" è stata avviata grazie agli sviluppi di un'altra indagine relativa ad una rapina commessa nell'agosto 2009 in un negozio di abbigliamento.

Le intercettazioni telefoniche interessarono anche alcuni membri della banda di spacciatori che, con le loro conversazioni, fecero scoprire i traffici illegali dell'organizzazione.

Gli spacciatori si rifornivano di cocaina, eroina e cobret (un composto ottenuto dalla lavorazione dell'eroina che si assume per inalazione) sulla piazza di Reggio Calabria e in Campania, distribuendo la droga ad altri spacciatori o direttamente ai consumatori finali.

Considerando l'etnia della maggior parte dei membri della banda e la zona in cui avveniva il rifornimento e si effettuava lo spaccio, l'attività illecita non sarebbe stata possibile senza aver stretto accordi con le altre organizzazioni criminali consolidate da tempo nel reggino.

La vendita avveniva direttamente nelle abitazioni dei rom, nel quartiere Aranceto, dove mogli e figli minori erano in attesa delle "ordinazioni". Anche le altre vie del quartiere e un chiosco bar della zona (da cui il nome dell'operazione) erano abituali luoghi in cui avveniva la distribuzione delle sostanze stupefacenti.

I clienti arrivavano a colpo sicuro, infatti venivano avvisati telefonicamente con delle comunicazioni in codice: cd, lampadina, macchina, cosa urgente, cipolla, sono solo alcuni dei termini utilizzati per riferirsi alla droga.

Per ogni cliente l'organizzazione incassava da 500 a mille euro al mese, realizzando notevoli guadagni che venivano in parte reinvestiti nell'acquisto di altra droga.

24/06/2011