Furti in casa di anziani ed usura, in carcere 7 nomadi abruzzesi

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Una persona anzianaErano tutte donne, specializzate nei furti in appartamenti di persone anziane e sole, finanziando così l'attività di usuraio del capo famiglia.

Questa mattina gli agenti della Squadra mobile di Pescara hanno posto fine all'attività del gruppo criminale, arrestando sette nomadi abruzzesi dello stesso nucleo familiare, cinque donne e due uomini.

Le donne erano il braccio operativo, ed agivano con una tecnica ben definita: si presentavano vestite normalmente, in modo da non mostrare la loro origine "zingaresca" che avrebbe allarmato le vittime. Una di loro agganciava la persona anziana e, spacciandosi per assistente sociale, vecchia amica dei figli, dipendente dell'Inps o delle poste, convinceva la "preda" a farla entrare in casa.

A quel punto il gioco era fatto: mentre distraeva la persona anziana, con una scusa si allontanava e faceva entrare le complici, che in pochi minuti svaligiavano l'appartamento, razziando tutto ciò che trovavano. Quando la vittima si rendeva conto dell'accaduto, era ormai troppo tardi e le criminali erano già lontane.

Sono almeno 13 gli episodi addebitati alla banda, ma gli investigatori stanno indagando su molti altri "colpi" messi a segno con lo stesso modus operandi.

Campobasso, Benevento, Isernia, Foggia, Roma e Ancona sono, oltre a quella pescarese, le province colpite dalla banda, che riusciva a guadagnare decine di migliaia di euro tra oggetti preziosi e contanti.

Il capo famiglia investiva il denaro messo da parte da nuore e figlie, nella sua attività di usuraio ed estorsore, che ne ha determinato l'arresto.

In particolare l'uomo è accusato di aver "prestato" 2 mila euro ad una persona in difficoltà economiche e di aver preteso, dopo pochi mesi, la restituzione di ben 9 mila euro. Nonostante avesse dato la sua auto in garanzia, la vittima era stata ripetutamente minacciata di morte a causa del ritardo nella restituzione del prestito, tanto che, per sfuggire alle minacce, si era trasferita in un'altra provincia.

In carcere anche il figlio del capobanda e marito di una delle arrestate, un pescarese di 35 anni accusato di falso in atti destinati all'autorità giudiziaria, per aver depositato presso il tribunale di Pescara una falsa dichiarazione circa l'esistenza di un rapporto lavorativo con un imprenditore, denunciato in stato di libertà. Il tutto serviva all'uomo, che all'epoca era agli arresti domiciliari per aver commesso una rapina in abitazione, per potersi allontanare da casa fingendo di recarsi al lavoro, mentre invece contribuiva fattivamente all'attività di famiglia.

16/06/2011
(modificato il 20/06/2011)
Parole chiave:
furti - anziani - arresti - nomadi - pescara