Commemorazioni: oggi a Roma ricordati gli agenti Scravaglieri e Lanari

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Cinquantasei colpi per “neutralizzare” i poliziotti. Cinquantasei colpi per stroncare la vita di due giovani di 23 e 26 anni e segnare, per sempre, la vita di un terzo uomo in divisa. Cinquantasei colpi. Tanti ne hanno sparati i terroristi delle Brigate Rosse a Roma il 14 febbraio 1987.

Sono passati trent’anni da quel giorno ed oggi, in via dei Prati di Papa, si ricordano Giuseppe Scravaglieri e Rolando Lanari uccisi dalla ferocia brigatista in un ultimo sussulto omicida che chiudeva la stagione degli “Anni di piombo”.

I due caduti, alla presenza delle autorità, dei familiari, dei colleghi e degli amici, sono stati ricordati di fronte al piccolo monumento posto sul luogo dell’attentato.

La strage

Alle 8,45 del 14 febbraio 1987, la volante 47 una “Giulietta” del Reparto volanti, di scorta ad un furgone postale, percorre via dei Prati di Papa in salita; la strada è stretta ed è chiusa da un terrapieno a destra e da un muro di recinzione di un cortile a sinistra. All’uscita della strada, su via Borghesano Lucchese al culmine della salita, viene messa di traverso dai terroristi un’auto che blocca il furgone postale; la volante non avendo visuale libera tampona il veicolo. Solo il tempo di accorgersi di quello che stava succedendo e per i tre agenti non c’è nulla da fare: vengono investiti dai proiettili sparati da pistole, mitragliette e fucili a pompa. Rolando Lanari, 26 anni, muore sul colpo con il microfono della radio impugnato per lanciare l’allarme; il “gregario” Giuseppe Scravaglieri 23 anni, sul sedile posteriore, sviene per i colpi ricevuti e morirà poche ore dopo in ospedale.

L’autista, Pasquale Parente, raggiunto dai colpi alle gambe, ad un braccio e ad un polmone, tenta una reazione impugnando l’arma d’ordinanza ma si accascia dietro un riparo di fortuna poco distante dall’auto di servizio. Si salverà dopo una serie di interventi chirurgici.

Tutto dura pochissimi minuti: mentre il gruppo di fuoco trucida gli agenti un secondo gruppo si impossessa del denaro custodito nel furgone postale. Bottino un miliardo e 150 milioni di lire.

Per la strage furono identificate come responsabili nove persone, sei delle quali condannate all’ergastolo.

14/02/2017
(modificato il 15/02/2017)