Caltanissetta: "Les jeux sont faits" per alcuni locali

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Nella giornata di ieri 15 marzo, personale della Squadra Mobile - Sezioni Polizia dei Giochi e delle Scommesse - in collaborazione con ispettori della S.I.A.E., ha eseguito circa 50 perquisizioni nel Capoluogo nisseno e nel Comune di San Cataldo, delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, presso sale giochi, circoli privati e bar, al fine di sequestrare apparecchi videogiochi e videopoker immessi sul mercato locale da società riferibili alla famiglia Allegro di Caltanissetta.

Dette perquisizioni hanno consentito ai tecnici S.I.A.E. di accertare manomissioni sospette apportate alle macchinette e di rinvenire le componenti informatiche ed i telecomandi che consentivano l'alterazione dei software delle slot machines installate negli esercizi ed il loro distacco dalla rete informatica.

Le perquisizioni hanno avuto esito positivo ed hanno consentito di sequestrare 90 apparecchi slot machines, nonché un ingente somma di denaro contante (circa 40.000 euro), 40 assegni bancari ed altro materiale ritenuto utile per il prosieguo delle indagini.

Nell'ambito dell'operazione è stato accertato il comportamento di due indagati: Allegro Matteo, di anni 31 e Angotti Marco, di anni 30, teso in modo inequivocabile ad inquinare e disperdere le prove di reato. Per tale motivo gli stessi sono stati tratti in arresto per il reato di frode informatica e truffa aggravata ai danni dello stato. L'attività di indagine ha già permesso di accertare forti elementi indiziari dai quali emerge che a Caltanissetta e nel comprensorio opera una vera e propria associazione che monopolizza l'attività di diverse sale giochi con al loro interno vere e proprie sale scommesse e numerose slot machines manomesse attraverso l'alterazione dei software.

Tale sistema ha permesso di effettuare giocate per importi notevolmente superiori al consentito, con distacco delle macchine dalla rete informata collegata all'Amministrazione Centrale dei Monooli di Stato o con software modificati che trasformavano i normali videogiochi di intrattenimento in vere e proprie slot machines che prevedevano in astratto la possibilità di vincita.

Il fine dell'associazione non era solo quello di frodare pesantemente l'erario, il cui danno è in corso di quantificazione, ma anche il giocatore che, ignaro del trucco, poteva ottenere soltanto una vincita pari ad una piccolissima percentuale rispetto all'ammontare giocato, a differenza del 75% che secondo la normativa vigente la macchina dovrebbe erogare.

16/03/2011
(modificato il 23/12/2013)
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