Caserta: violenze e molestie sessuali nel "villaggio" degli orrori

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Bambino che si protegge il viso"Scemi, bestie, animali, porci, handicappati". Sono solo alcuni degli epiteti utilizzati dagli educatori e insegnanti del "Villaggio dei ragazzi" di Maddaloni (Caserta), arrestati questa mattina dagli agenti della Squadra mobile. Quattro uomini e una donna sono stati sottoposti agli arresti domiciliari in esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

La struttura educativa, amministrata dalla "Congregazione dei legionari di Cristo", ospita ragazzi che provengono da situazioni familiari problematiche, con lo scopo di dare loro assistenza morale e materiale.

Purtroppo gli educatori non si limitavano solo ad offendere i ragazzi: sono accusati infatti di maltrattamenti e lesioni aggravate ai danni di minori di età compresa tra i dodici e i sedici anni. Una professoressa della scuola media è indagata anche per abuso sessuale nei confronti di due alunni di undici anni.

Le indagini sono iniziate nel 2009, dopo le segnalazioni di altri operatori e di una psicologa dell'istituto, ignari della condotta dei loro "colleghi".

Grazie alle dichiarazioni convergenti delle vittime e alle testimonianze di altre persone presenti ai fatti, gli investigatori hanno riscontrato il sistematico ricorso a metodi brutali e umilianti da parte di alcuni "educatori" della struttura, i quali facevano abitualmente uso della violenza fisica e psichica nei confronti di bambini e adolescenti ospitati nel convitto della fondazione.

A volte i giovani erano costretti, anche senza motivo, a restare in piedi per ore oppure ad aspettare il proprio turno per fare la doccia scalzi e nudi, con porte e finestre aperte anche d'inverno.

Chi osava ribellarsi veniva percosso selvaggiamente al punto che in alcuni casi è stato necessario ricorrere alle cure ospedaliere.

In uno degli episodi più cruenti, un ragazzo è stato addirittura scaraventato per la scale mentre un altro è stato colpito con uno schiaffo così violento da fargli sbattere la nuca contro un armadio procurandogli una profonda ferita.

I genitori delle vittime venivano "convinti" a non denunciare gli episodi oppure a mentire sulle cause delle ferite, con la minaccia di possibili ritorsioni messe in atto attraverso i servizi sociali.

Particolarmente inquietante è l'episodio di violenza sessuale posto in essere dalla professoressa della scuola media: durante una lezione, svolta nel novembre del 2008, la donna aveva obbligato due alunni di 11 anni a stendersi supini sul pavimento, sedendosi su di loro all'altezza dei genitali, muovendosi e simulando un rapporto sessuale.

Il disagio provocato dall'episodio nelle giovani vittime è stato tale, che uno dei ragazzi, per l'imbarazzo, non riusciva neanche parlarne e si limitava a scrivere su un foglio i comportamenti della professoressa.

I cinque, due dei quali già indagati in passato per episodi analoghi, saranno interrogati dal Giudice per le indagini preliminari.

28/02/2011