Brescia: arrestato un foreign fighter
La Polizia di Stato di Brescia e Mantova diretta dalla Procura Bresciana e coordinata dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione ha sviluppato un’attività di indagine che ha consentito in data odierna l’arresto del foreign terrorist figther Bougana Samir, cittadino italiano nato a Gavardo. L’indagine origina da una segnalazione della DIGOS di Mantova relativa a due cittadini italiani tra cui il BOUGANA, appartenenti ad una piccola comunità di orientamento musulmano salafita stanziati nel mantovano. Veniva rappresentato come costoro, nel maggio 2015, si fossero trasferiti in Germania e nel novembre dello stesso anno, il solo BOUGANA fosse partito alla volta della città siriana di Latakya con il fine di arruolarsi in una formazione jihadista attiva nel conflitto siro-iracheno. Veniva approfondita la segnalazione attraverso attività rogatoriale verso la Germania grazie alla quale venivano acquisiti gli atti di un procedimento a carico di un gruppo di foreign figthers cd. di ritorno vicini al Bougana. La notizia del suo arruolamento veniva confermata nel mese di settembre 2018 dalla DIGOS di Mantova che comunicava la notizia della cattura del cittadino italiano BOUGANA Samir ad opera delle Unità di Protezione Popolare Curde (YPG). Anche il Ministero dell’Interno, attraverso la trasmissione di due note, la prima del Consolato italiano ad Erbil e, la seconda, dell’Ambasciata d’Italia a Beirut rispettivamente nell’ottobre 2018 e nel gennaio 2019 riferiva dell’arresto del cittadino italiano. Gli elementi raccolti e coordinati tra loro hanno permesso di acquisire elementi rilevanti al fine della prova della responsabilità di BOUGANA per il reato di associazione per delinquere con finalità di terrorismo (art. 270 bis cp) quale partecipe dello Stato Islamico. In particolare dagli atti è emerso che BOUGANA aveva come obiettivo prioritario quello di combattere. A tal fine, partiva da Dussendorf e attraverso il confine turco raggiungeva la città siriana di Latakya dove si stabiliva presso la cd. “Casa Tedesca” ove venivano concentrati i foreign fighters di quella provenienza. Testimonianze concordi riferivano che in Siria l’indagato si arruolava nella milizia jihadista Junud-al Sham e, dopo aver ricevuto l’addestramento tattico-militare necessario, veniva selezionato come idoneo alle operazioni di combattimento per conto dell’IS. Emergeva altresì come la famiglia di BOUGANA vivesse in una casa loro assegnata dallo Stato Islamico che garantiva il suo sostentamento. Lo stesso BOUGANA (intervistato durante la sua prigionia nel febbraio 2019) ammetteva i fatti, confermando di essere stato assegnato ad un’unità denominata ribat con compiti di sorveglianza. Per questa attività riceveva uno stipendio mensile. L’indagato veniva anche sentito dal Pubblico Ministero nell’aprile in videoconferenza presso la base militare americana Ederle. Tutti gli elementi raccolti permettono di sostenere che Bougana svolgeva attività di presidio del territorio fornendo un supporto concreto all’organizzazione terroristica denominata Stato Islamico come riconosciuto con ordinanza cautelare dal Tribunale di Brescia alla quale in data odierna è stata data esecuzione. La misura custodiale emessa dal GIP del Tribunale di Brescia garantisce le esigenze di cautela e sicurezza dello Stato, assicurando la detenzione dell’indagato, nonché permette un prezioso approfondimento istruttorio circa le dinamiche dell’arruolamento e dell’eventuale ritorno dei Foreign Fighters italiani sul territorio dello Stato. Hanno cooperato al buon esito dell’operazione anche la PNA, il Dipartimento di Giustizia degli USA presso l’Ambasciata statunitense in Roma, l’F.B.I., l’AISE ed il Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale consentendo il rimpatrio del Bougana al fine di assicurare la sua consegna all’AG italiana.
(modificato il 01/07/2019)