Potenza: 9 misure cautelari e sequestro di beni
La Polizia di Stato di Potenza ha dato esecuzione in data odierna ad un'ordinanza applicativa di 9 misure cautelari personali disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza.In tale contesto, è stata data esecuzione al sequestro preventivo di alcune attività commerciali di rivendita di auto e moto, dell'intero compendio aziendale riferibile a tali società, comprensivo di beni mobili registrati, beni immobili, rapporti finanziari e bancari intestati alle stesse società, nonché al sequestro di beni del valore di € 212.287,00.L'ordinanza cautelare rappresenta l'epilogo di una complessa attività d'indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Potenza ed attuata dalla Squadra Mobile di Potenza e dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Melfi, che ha consentito di delineare un quadro indiziario di indubbia gravità in relazione ai reati di intestazione fittizia di beni e false fatturazioni per operazioni inesistenti.Le indagini che hanno portato agli odierni arresti e sequestri, sono andate oltre la pur necessaria attività repressiva del traffico di stupefacenti, scandagliando a fondo il background economico e finanziario dei soggetti che erano implicati in tale illecita attività, individuando ed accertando le rilevanti disponibilità economiche e finanziarie, nonché gli investimenti che a tali soggetti facevano capo, sia pure in modo occulto.Le indagini, attraverso servizi d'intercettazione e riscontri di tipo patrimoniale, hanno dunque evidenziato le ingenti disponibilità di uno dei soggetti, e consentito di individuare le condotte delittuose dirette ad eludere le disposizioni in materia di Misure di Prevenzione, compiute sistematicamente da parte degli indagati che avevano intestato ad una serie di prestanome le loro rilevanti attività economiche. Ciò all'evidente scopo di sottrarre beni ed aziende a sequestri e confische.In tale contesto, a dimostrazione dell'eccezionale pericolosità degli indagati, emergeva dalle indagini che, nello scorso mese di gennaio, nel corso di una conversazione telefonica, gli stessi minacciavano di morte il Direttore dell'Agenzia delle Entrale di Melfi al fine di costringerlo a compiere un atto contrario ai propri doveri di ufficio, consistente nell'agevolazione delle pratiche di immatricolazione di autoveicoli acquistati all'estero pur a fronte di riscontrate irregolarità amministrative relative proprio all'applicazione del regime agevolato della cosiddetta IVA a margine.
(modificato il 11/12/2018)