Roma: un convegno su come è cambiata la "Mala"

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il capo della Polizia Manganelli e il sottosegretario all'Interno MantovanoOggi al Viminale al convegno "Dalla 'mala' e 'dolce vita' a Roma agli anni violenti della nuova criminalità", alla presenza tra gli altri del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano e del capo della Polizia Antonio Manganelli è stato presentato 'Il Poliziotto con la Ferrari', un libro per ricordare la figura del maresciallo Armando Spatafora e ripercorrere la storia della lotta al crimine a Roma.
Il libro di Carmen Spatafora, figlia del maresciallo, ricorda le gesta del padre che negli anni della "dolce vita" riuscì a contrastare la malavita romana grazie ad un raro talento investigativo e ad una straordinaria abilità al volante delle auto in dotazione alla Polizia, compresa una Ferrari 250 GTE.
Un uomo pieno di passione e di rispetto per il prossimo, un vero poliziotto che negli anni '60 era considerato da tutti un antagonista della "mala" romana. Così Carmen descrive il padre poliziotto.

Ricordando Spatafora, Antonio Manganelli lo ha definito ''un simbolo straordinario di quel tempo e nella sua continuità oggi si muovono i poliziotti. A loro si deve la buona qualità della vita e la vivibilità complessiva che l'Italia può vantare più di altri Paesi europei ed extra europei''. Ha inoltre proseguito il capo della Polizia: "E' si' un libro di storia, della storia di un settore determinante del nostro Paese. La storia di poliziotti che hanno combattuto e che combattono la criminalita' quotidianamente. Una criminalità che oggi è fatta o da quella grande e organizzata o dall'inciviltà nei quartieri e nelle strade delle città dove domina la delinquenza meno strutturata ma più individualista".

''Ho scritto questo libro - ha raccontato l'autrice durante la presentazione - per un impegno morale verso mio padre e l'ho vista come una occasione per parlare dei poliziotti e del sacrificio delle loro famiglie''.

L'evento è stato preceduto ieri, dalla proiezione del film 'Poliziotto Sprint' ispirato alla figura di Armando Spatafora. La videoproiezione è stata curata dal Dipartimento cinema dell'Associazione culturale Prometeo ricerca.

La storia

Nel corso degli anni '60 Roma era infestata da una criminalità sempre più diffusa e agguerrita e quel che è peggio, munita di mezzi molto più veloci e scattanti rispetto a quelli in dotazione alla Polizia.

La leggenda narra che il brigadiere Spatafora in forza alla "Mobile"della questura di Roma, alla domanda del capo della Polizia di quegli anni il prefetto Angelo Vicari, in visita alla Questura, di cosa avesse bisogno la Polizia in quel momento, Spatafora che fino ad allora era stato zitto zitto ad ascoltare in fondo la stanza disse guardandolo negli occhi: "Di cosa abbiamo bisogno, eccellenza? Di una Ferrari!"

"Come si chiama, lei?" tuonò Vicari. E lui, sempre guardandolo negli occhi: "Sono il brigadiere Armando Spatafora". Vicari lo guardò per qualche secondo, soppesando l'uomo oltre che il poliziotto e gli rispose con un'unica frase: "L'avrà!".
Infatti si decise di adottare una vettura rapida e sicura, in grado di offrire prestazioni migliori rispetto a quelle più pesanti e poco maneggevoli delle Alfa 1900 usate fino ad allora.

"Siena-Monza 44" fu il risultato di questa decisione: una Ferrari 250 GT 2+2, consegnata alla Squadra mobile di Roma che però solo il poliziotto Armando Spatafora poteva guidare.

18/05/2010