Con l'operazione "Tarantella" fermata banda che truffava Autobrennero

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Avevano modificato i software dei registratori di cassa, inserendo tasti per attribuire la categoria di bene esente da Iva (o con percentuale inferiore a quella dovuta) o altri diritti, a prodotti che in realtà ne erano assoggettati.

Si tratta di dodici persone denunciate al termine dell’operazione “Tarantella” dagli agenti del Compartimento polizia stradale Trentino - Alto Adige e Belluno e della Guardia di finanza di Trento, che hanno anche effettuato cinquanta perquisizioni in otto regioni ed eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per un valore totale superiore ad un milione di euro emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Trento.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di dichiarazione fiscale fraudolenta, truffa aggravata ai danni dello Stato, corruzione e autoriciclaggio.

Vittima della truffa milionaria è la società Autostrada del Brennero Spa , che gestisce l’A22, ma indirettamente sono colpiti gli enti pubblici che partecipano al capitale della società per l’85 percento.

L’attività investigativa ha preso il via dagli indizi raccolti dalla Sottosezione della Polizia stradale di Trento, che ha acquisito informazioni su possibili illeciti fiscali, compiuti da una delle imprese private che gestiscono in appalto, i punti vendita presso alcune aree di servizio disposte lungo l’autostrada A22.

Trattandosi di violazioni fiscali relative all’omessa contabilizzazione degli incassi, gli investigatori della Stradale hanno informato la Guardia di finanza, con la quale, nell’agosto 2018, è iniziata un’indagine congiunta.

L’attività ha consentito di fare luce su un sistema strutturato in maniera tale da evitare di pagare i diritti dovuti in base al contratto di gestione dei punti vendita, con aliquote che variavano dal 5 al 49 percento, a seconda del tipo di bene venduto.

La truffa avveniva in tre modi diversi: omettendo completamente l’emissione degli scontrini fiscali; battendo in cassa prodotti normali come tipici locali, soggetti a royalty ed Iva inferiori; oppure i prodotti venivano fatti passare come quelli sui quali non era dovuta nessuna percentuale alla società Autobrennero come Cd musicali, libri, riviste e generi di monopolio.

Per regolamentare il flusso delle irregolarità i truffatori basavano sulle giornate in cui venivano effettuati i controlli sui volumi delle vendite, concentrando le azioni truffaldine nelle giornate in cui non erano previsti, chiamate nel loro gergo giornate da “luce verde”, mentre in quelle da “luce rossa” bisognava essere regolari.

Si sta indagando per accertare se le informazioni circa le giornate in cui poter “operare” venivano comunicate da dipendenti infedeli della stessa società truffata e se il sistema fosse stato esteso ad altri punti vendita gestiti dalla società indagata.

Sergio Foffo

27/03/2019