Terni: arrestato scafista che provocò naufragio e morte di 10 persone

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Nel marzo 2015 era stato protagonista negativo della tragedia del mare nella quale persero la vita per annegamento almeno 10 migranti, tra cui un bimbo di 2 anni.

Molti superstiti del naufragio lo indicarono come il comandante del barcone che, ubriaco, aveva continuato a pilotare fino al Canale di Sicilia, nonostante il natante imbarcasse acqua sin da poco dopo la partenza dalla Libia.

Finalmente la Corte di Assise di Siracusa, ha emesso il suo verdetto, riconoscendo l’uomo come comandante e conducente del barcone di 15 metri che, in pessime condizioni, sovraccarico e privo di dispositivi di salvataggio, condotto peraltro in stato di ebbrezza, è naufragato provocando molte vittime.

Il tunisino è stato condannato a 11 anni e 8 mesi di reclusione nonché al pagamento di 4 milioni e 400mila euro come risarcimento dei danni.

Subito dopo il naufragio lo scafista fu arrestato a Terni e rimase in carcere un anno in attesa del processo; trascorsi i termini della custodia cautelare l’uomo fu scarcerato e, dopo essere stato espulso, fu accompagnato al Centro di permanenza e rimpatrio di Bari.

Appena arrivato nel Centro il 42enne presentò richiesta di protezione internazionale, e, in attesa dello status di rifugiato, lasciò Bari per tornare a Terni.

Sino ad oggi l’indagato, che nel frattempo si era sposato con una ragazza di Terni, era stato sempre monitorato dagli agenti dell’Ufficio immigrazione ternano, che, quando hanno ricevuto il mandato di cattura, lo hanno subito rintracciato e arrestato.

Sergio Foffo

 

14/03/2019