Palermo: borse di studio per capire le dinamiche tra mafia e tessuto sociale
Presentato questa mattina a Palermo, alla presenza del capo della Polizia Franco Gabrielli, il “Programma borse di studio”.
Nel chiostro della Questura, alla presenza delle autorità, il questore Renato Cortese ha presentato l’iniziativa.
Ideatrice del progetto è Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, morto nella strage di Capaci, e presidente dell’Associazione “Quarto Savona 15”.
“Sono qui per ringraziarvi per quello che avete rappresentato in questi anni - ha detto il prefetto Gabrielli rivolgendosi a Tina Montinaro e al figlio Giovanni - per l’impegno, la forza con cui avete concorso in parte e sostenuto da soli la necessità di un ricordo che andasse al di la del sostantivo ‘scorte’ e che fosse la sottolineatura di vissuti, di esperienze, di affetti. Chi come noi non ha avuto la ventura di patire il dolore, non ha la percezione di quanto queste cose siano invece una modalità con la quale si riattiva un circuito del dolore. E voi lo avete fatto principalmente per rispetto di voi stessi, di Antonio e di tutti quelli che hanno pagato con il sangue un prezzo altissimo perché questa città, questo Paese, avessero un futuro migliore”.
Il Programma prevede l’erogazione di borse di studio, dedicate alla memoria del prefetto Antonio Manganelli, a giovani laureati che presentino progetti di ricerca nell’ambito della prevenzione e della lotta alla criminalità organizzata mafiosa.
In particolare si chiederà, ai giovani partecipanti, di approfondire le dinamiche dei fenomeni criminogeni, tentando di individuare una metodologia che sia in grado di spiegare le modalità con le quali la criminalità si inserisce nel tessuto sociale.