Ricordato ad Aversa il giudice Rosario Livatino

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Con il convegno intitolato “Rosario Livatino: La Giustizia come missione”, è stato ricordato oggi ad Aversa il giudice ucciso ad Agrigento il 21 settembre 1990, quando un commando della Mafia lo raggiunse sul viadotto lungo la Agrigento-Caltanissetta mentre, in auto, si stava recando in tribunale.

Nonostante fosse ferito a una spalla il magistrato tentò di fuggire a piedi, ma fu raggiunto dai killer e assassinato.

L’incontro si è tenuto presso il Castello Aragonese, nell’aula convegni del tribunale di Napoli Nord, che nell’occasione è stata intitolata alla memoria del giovane giudice, ucciso quando aveva appena 38 anni.

Al meeting hanno partecipato, tra gli altri, il capo della Polizia Franco Gabrielli e il presidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini. Al convegno era presente anche Nicola Barbato, il poliziotto ferito gravemente durante un'operazione antiracket a Fuorigrotta, Napoli la sera del 24 settembre 2015.

Partendo proprio da una frase trovata negli appunti del magistrato agrigentino ("Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili"), Gabrielli ha spiegato come questa riflessione "Ci interroga e ci inchioda alle nostre responsabilità. Lo dico con la convinzione e l'amarezza di chi vede intorno a se' un Paese che sempre di più sta perdendo credibilità soprattutto nelle sue istituzioni".

Il capo della polizia ha sottolineato ancora una volta come, in modo paradossale, dal punto di vista degli "indici di pericolosità", l'Italia, tutto sommato "non sia sul baratro dal punto di vista della sicurezza", ma come questo non si traduca in una percezione condivisa dai cittadini.

L'insicurezza che la gente prova "prima ancora che strategica e sociale, è la percezione di vivere un tempo precario, condizione su cui incidono molti fattori compresa la crisi economica. Condizione dunque psicologica e reale".

C'è una rappresentazione "continua e persistente per cui le istituzioni vanno cambiate. Una rappresentazione miope e folle - ha sottolineato il capo della Polizia - le istituzioni non si cambiano, si cambiano le persone. Le istituzioni vanno salvaguardate perché nel momento in cui avremo perduto completamente la fiducia e la credibilità nelle istituzioni, il Paese vivrà una stagione veramente complessa. Noi ci stiamo incamminando verso questa prospettiva di distruzione delle istituzioni".

Al termine dell’incontro è stata scoperta la targa commemorativa del magistrato.

21/09/2017
Parole chiave:
commemorazione - mafia - omicidio