Vibo Valentia: le “vedove nere” dell’operazione “Black widows”

CONDIVIDI

Tutti i reati di cui sono accusate sono aggravati dal metodo mafioso: 7 persone sono state arrestate, questa mattina, dagli uomini della Squadra mobile di Vibo Valentia per tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione.

Le indagini, scaturite dal tentato omicidio dei fratelli Nesci, hanno fatto luce sulle attuali dinamiche criminali dell’entroterra vibonese: il controllo del territorio ha generato quella che è conosciuta come la “faida dei boschi” ed è già costata diverse decine di morti. In contrapposizione tra loro sono le famiglie Loielo-Nesci ed Emanuele-Maiolo-Inzillo.

Singolare il fatto che i propositi degli indagati nei confronti dei fratelli Nesci, di cui uno affetto dalla sindrome di Down, fossero gestiti dalle donne della famiglia Inzillo che incoraggiavano i “maschi buoni” della famiglia (ossia gli uomini capaci di commettere un omicidio) a portare a termine i loro intenti.

Le donne inoltre assicuravano la custodia delle armi non esitando a coinvolgere anche un’anziana donna (indotta dalle figlie) ad occultare una pistola nella propria biancheria intima.

Olivia Petillo

09/04/2018