La Polizia di Stato di Crotone ha arrestato un 29enne iracheno ritenuto responsabile del reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere.

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A seguito di complesse e articolate attività d’indagine condotte dalla Polizia di Stato, Sezione Antiterrorismo della DIGOS della Questura di Crotone e Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura Distrettuale Antiterrorismo di Catanzaro, diretta dal Procuratore dott. Nicola Gratteri, il GIP del Tribunale di Catanzaro, dott.ssa Assunta Maiore, accogliendo la richiesta del Procuratore Aggiunto dott. Giovanni Bombardieri e del Sostituto Procuratore Paolo Petrolo, ha emesso una O.C.C. in carcere nei di un 29enne iracheno, in relazione al delitto p. e p. agli artt. 414 comma 4 e 270 sexies c.p.; 1 D.L. 625/79 convertito in Legge 17/1980, ovvero per aver pubblicamente fatto apologia dello Stato Islamico, associazione con finalità di terrorismo internazionale, così istigando alla partecipazione alla medesima organizzazione terroristica internazionale ed alla perpetrazione di atti violenti con finalità terroristiche. Va segnalato come il destinatario della misura cautelare personale, il quale in più occasioni ha apertamente manifestato la propria appartenenza all’ISIS, risulta, dalle indagini espletate dai poliziotti della DIGOS di Crotone, soggetto particolarmente violento e pericoloso, dedito alla quotidiana visione di video oltremodo cruenti riconducibili all’estremismo islamico. La palese condivisione dei principi più radicali della religione islamica, nonché delle modalità terroristiche di imposizione degli stessi, da parte dell’indagato, emerge non soltanto dalla condivisione, con altri soggetti che così interessava a quelle vicende, sul proprio profilo facebook di filmati riconducibili al Califfato Islamico, ma ancor di più, nell’esaltazione degli attentati terroristici eseguiti da affiliati del Daesh in tutto il mondo, da ultimo quello compiuto a Manchester il 22 maggio u.s.. Con riferimento a tale ultimo grave attacco suicida, che ha registrato la morte di 23 persone e 122 feriti gravi, il cittadino iracheno arrestato ha manifestato compiacimento, esultando davanti ad altro coinquilino del centro SPRAR in cui si trova ospite ed inneggiando alla Jihad con le usuali frasi pronunciate in occasione di atti terroristici e di martirio. Le convinzioni religiose riconducibili all’Islam più radicale condivise dal soggetto arrestato, emergono nella fattiva condivisione con i predetti di filmati inneggianti all’estremismo islamico, che glorificano la bandiera dell’Isis e la perpetrazione di attentati, e nella sollecitazione dell’interesse dei suoi interlocutori sullo Stato Islamico, fornendo loro chiarimenti e notizie circa la natura e le “giuste” finalità dello stesso. Emblematica della pericolosità e della propensione alla Jihad più estrema del prevenuto, risulta il contenuto di una conversazione captata, nella quale l’indagato riferisce alla sorella che, nonostante qualcuno gli avesse chiesto di rientrare nel suo paese d’origine per prendere parte attivamente alla “guerra santa”, la sua condivisione ai principi sottesi alla Jihad, lo avrebbero spinto a rimanere in Italia in quanto la sua missione sarebbe stata quella di “redimere gli infedeli”, riferendo espressamente, in altra parte della conversazione, che “a queste persone dovrebbe essere tagliata la gola”. Ad evidenziare l’estrema pericolosità sociale connaturata alla personalità dell'arrestato, risulta opportuno menzionare il viaggio a Roma effettuato dall’indagato in data 22 marzo u.s.. Durante la sua permanenza nella capitale, particolarmente interessante risulta una conversazione ambientale nella quale il soggetto, riferisce al suo interlocutore che, mentre passeggiava tra le vie della capitale, le sue fattezze, ovvero la barba lunga e l’aver portato al seguito una busta in plastica, hanno cagionato un particolare allarmismo, tanto che la polizia del luogo, interveniva controllandolo, a suo dire, molte volte, facendo risaltare nella circostanza che proprio quello era l’obiettivo che il prevenuto intendeva perseguire: cioè creare allarme e tensione in questo particolare periodo di ripetuti attacchi terroristici anche individuali. Ad ulteriore riscontro dell’estremismo e del percorso di radicalizzazione intrapreso dal soggetto, nonché del suo atteggiamento volto a promuovere la Jihad, vi sono una serie di intercettazioni ambientali nel corso delle quali emerge come il predetto sia intento a visionare sul proprio smartphone numerosi video riconducibili all’ideologo MULLAH Krekar, considerato uno dei principali ideatori dello Stato Islamico in Kurdistan.
 

19/06/2017
(modificato il 28/06/2017)
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