Catania:“Operazione Emergency Room”
La Polizia di Stato di Catania ha arrestato 7 persone ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di lesioni aggravate, violazione di domicilio, interruzione di pubblico servizio e minacce a Pubblico Ufficiale.Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile sono partite a seguito dell’aggressione, subita nella tarda serata dell’1 gennaio 2017, dal medico di servizio presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele.Nell’immediatezza dei fatti, i poliziotti del Reparto Volanti, intervenuti a seguito di segnalazione al 113, avevano arrestato un uomo ritenuto responsabile dei reati di lesioni aggravate e interruzioni di pubblico servizio, indagando contestualmente, in stato di libertà, altri quattro soggetti per i medesimi reati. Dalle prime indagini è emerso che lo stesso aveva preteso dal predetto medico di conoscere l’identità di una donna che aveva fatto ricorso alle cure ospedaliere, a seguito di un sinistro stradale; al rifiuto opposto dal citato sanitario, a seguito di un diverbio, l’uomo inizialmente si era allontanato, ritornando, poco dopo, unitamente ad altri sei soggetti che si rendevano responsabili dell’aggressione.Le indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile - “Sezione Reati contro la Persona hanno consentito di avere un quadro chiaro ed esaustivo della vicenda e di individuare ,nonostante le oggettive difficoltà determinate dalla circostanza che i soggetti fossero travisati, tutti i componenti del gruppo che aveva preso parte al raid punitivo nei confronti del medico.In particolare, è emerso che gli esecutori materiali, dopo essersi introdotti con il volto parzialmente travisato da cappucci, sciarpe e scaldacollo all’interno dei locali del servizio di Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, avevano colpito con ripetuti schiaffi il medico di servizio e, mentre lo stesso si trovava per terra, con pugni e calci, cagionandogli lesioni personali consistite in trauma toracico e infrazione di una costola.L’evento aveva causato, inoltre, l’interruzione del pubblico servizio del Pronto Soccorso del citato Ospedale turbandone la regolarità atteso che, in conseguenza dell’aggressione, il medico era stato sottoposto alle cure del caso, mentre il rimanente personale di servizio, a causa del violento sconvolgimento risentito, non era in grado di riprendere l’attività, venendo parzialmente sostituito da altro medico non in possesso delle medesime competenze dei colleghi impossibilitati, ragione per cui la Direzione del Pronto Soccorso inviava la centrale Operativa del “118” ad indirizzare le ambulanza presso altri nosocomi.Due degli aggressori devono rispondere, altresì, del reato di minacce a Pubblico Ufficiale per avere, nella fase antecedente l’aggressione, usato minacce nei confronti del medico di servizio presso il Pronto Soccorso, che si era rifiutato di fornire loro il nominativo della donna richiesto.Nell’ambito delle medesime indagini sono state, altresì, indagate due guardie particolari giurate dell’azienda che gestisce il servizio di vigilanza e sicurezza all’interno dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, per aver indebitamente omesso, in qualità di incaricati di pubblico servizio, di avvisare senza ritardo le Forze dell’Ordine di quanto stava avvenendo all’interno del presidio ospedaliero, nonchè di attivarsi debitamente per sedare l’aggressione in atto.
(modificato il 04/03/2017)