Truffa del castello: rintracciata la banda del "Rip Deal"
Si erano finti interessati a finanziare un progetto di ristrutturazione di un castello in Germania di proprietà di un cittadino tedesco. Così i malviventi si erano proposti come intermediari per procacciare gli investitori a fronte di una cospicua commissione.
Con la tecnica della truffa cosiddetta “Rip deal”, in cui i malviventi si spacciano per facoltosi uomini d’affari contattando le vittime via Web per poi incontrarle in grandi alberghi o circoli privati, si erano impossessati della somma di 480mila euro scambiandola con altrettante banconote tutte riportanti la scritta facsimile. Era tutto accaduto all’interno di un lussuoso albergo di Roma nel settembre scorso.
In effetti l’ignara vittima aveva pubblicato qualche mese prima un annuncio su un quotidiano tedesco dove ricercava persone in grado di finanziare il suo progetto di ristrutturazione di un castello. La somma necessaria ammontava a 10 milioni di euro. Pochi giorni dopo veniva contattato sia tramite e-mail che per telefono da un uomo, il quale, interessato al suo progetto, gli riferiva che era in grado di trovare il finanziatore in cambio di una commissione ammontante al 5 per cento dell'importo finanziato.
Dopo vari contatti i truffatori hanno dato appuntamento al cittadino tedesco in un albergo in zona Monte Mario. Come da accordi la vittima aveva con sé la somma di 480mila euro, come stabilito per la commissione. Questa somma veniva consegnata a due intermediari che effettuavano un conteggio tramite un'apposita macchinetta conta soldi e con molta abilità, riuscivano a sostituire le banconote vere con banconote false riportanti la scritta facsimile.
Alla conclusione dell'incontro i partecipanti si separavano con l'intesa che si sarebbero ricontattati per formalizzare il finanziamento davanti al notaio.
Una volta tornato in hotel, l’uomo si era reso conto di essere stato truffato e denunciava ai poliziotti del commissariato Viminale l’accaduto.
Gli agenti, nella immediatezza dei fatti, erano riusciti ad identificare e denunciare cinque persone e a recuperare la somma di 255mila euro. Le indagini successive, oltre a ricostruire minuziosamente la dinamica dei fatti, hanno portato gli investigatori del commissariato Viminale, coadiuvato dalla Squadra mobile di Milano, a denunciare altre tre persone, un 41enne, un 61 enne e un 23enne.
I primi due sono stati rintracciati dai poliziotti della Mobile di Milano nelle loro rispettive abitazioni, mentre al 23enne la misura cautelare è stata notificata presso il carcere di Rebibbia dove si trova attualmente recluso in attesa di estradizione. Quest’ultimo infatti è ritenuto, dalle autorità inglesi, il capo del gruppo criminale autore del furto di gioielli di ingente valore commesso alla fine del 2019 presso l’abitazione di una nota modella e conduttrice britannica.
Donatella Fioroni