Truffe: capi firmati inesistenti venduti online

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Lo sfruttamento di uno dei social network più utilizzati dai giovani - Instagram - e la chiusura dei negozi per il lockdown dovuto alla pandemia, che ha portato molta più gente a fare acquisti su Internet. 
Questa la condizione da cui sono partiti i componenti di una banda di truffatori.
Oltre 2mila utenti truffati e, tra questi, ci sono 1.600 adolescenti; questo è il risultato dell'operazione "Safe social" della Polizia postale di Bologna e Milano che ha portato alla denuncia di 12 persone, cinque delle quali sono state arrestate, per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata.

Gli autori dei raggiri agivano su Instagram per vendere capi di abbigliamento, soprattutto a giovani e giovanissimi di tutta Italia, con un giro d'affari che in un anno ha fruttato oltre 250mila euro. Le vittime venivano attratte dall'offerta di capi alla moda dal modesto valore commerciale; i criminali sfruttavano anche il fatto che, negli ultimi mesi, molti esercizi commerciali al dettaglio erano chiusi a causa dell'emergenza coronavirus, lanciando ai massimi livelli le vendite online.

La banda aveva base nell'hinterland milanese (Rozzano, Buccinasco, San Donato Milanese, Lacchiarella) e lavorava sin dal 2018, con un picco nei mesi scorsi.
Utilizzando profili Instagram con migliaia di follower attiravano i ragazzi, proponendo capi di abbigliamento di marca, scontati. 
Gli utenti, accuratamente selezionati, venivano contattati su Instagram e convinti ad acquistare utilizzando carte prepagate. Successivamente i truffatori, con altri profili social, ricontattavano le vittime persuadendole a effettuare un nuovo pagamento, con scuse varie, come spese di dogana o problemi fiscali. 

L'analisi dei movimenti di denaro sulle 15 carte prepagate utilizzate per raccogliere i proventi dell'attività, incrociata con i tabulati telefonici della banda, ha consentito di identificare le 2.400 vittime.
Tutti gli indagati sono stati sottoposti a perquisizione personale e domiciliare; cinque di questi, che hanno avuto un ruolo ben definito nell'associazione criminale, sono stati messi agli arresti domiciliari, con divieto di utilizzo di apparecchiature telefoniche e informatiche. 
Sono stati inoltre sequestrati i profili Instagram truffaldini, le carte prepagate e i conti correnti dove venivano riversati i proventi illeciti.

Donatella Fioroni

07/11/2020