Rinvenimento opera d'arte di inestimabile valore storico-artistico
Dal mese di marzo 2003 questa Squadra Mobile ha avviato un'attività info-investigativa finalizzata al ritrovamento di
un'opera d'arte, ritenuta dagli esperti mondiali in materia, di inestimabile valore. Si trattava inizialmente
di una tela trafugata dalla "mafia" nei primi anni '80 in Palermo raffigurante la
"Natività " di Michelangelo Merisi detto il "Caravaggio". Tale attività
prendeva spunto da una notizia raccolta fiduciariamente che indicava in un gruppo di sodali calabresi gli individui che potevano avere la
disponibilità del preziosissimo dipinto. Avviate le prime attività , si identificavano tutti i componenti del sodalizio criminale
indicato dalla "fonte" e si individuavano sul territorio le rispettive "roccaforti" di
incardinazione territoriale. Tale gruppo criminale, interamente formato da calabresi, aveva come proprie basi operative la cittadina rivierasca di
San Remo, la città di Ventimiglia e Genova. Dai servizi di intercettazione telefonica medio tempore avviati, si registravano, fra gli altri,
numerosi contatti fra questo gruppo criminale e soggetti residenti in Francia. L'ascolto telefonico consentiva agli Operanti di
comprendere che i calabresi stanziali in Italia avevano avviato una serie di contatti per la vendita di qualcosa di estremamente
"importante" dando cosଠcorpo alle rivelazioni confidate dalla "fonte".
Approfittando della incardinazione di quest'ultima nell'ambiente malavitoso gravitante nel clan dei calabresi
questa Squadra Mobile "pilotava" l'inizio delle trattative a proprio favore riuscendo a creare un
fantomatico compratore "americano" interessato all'acquisto della tela del Caravaggio. Iniziava
cosଠuna complessa attività di convincimento operata sul gruppo dei calabresi sia sulla bontà
dell'operazione, magistralmente creata ad arte, che sulla assoluta sicurezza delle trattative. Tale attività consentiva,
poco dopo, di accreditare presso il sodalizio mafioso un nostro Ufficiale di P.G. "sotto copertura" prendendo
cosଠcontatti diretti con i vertici dell'organizzazione criminale. L'Ufficiale di P.G. in questione
veniva accreditato negli incontri come l'esperto in transazioni finanziarie internazionali, uomo di assoluta fiducia
dell'"Americano". In questo periodo sono avvenuti numerosi incontri fra il "sotto
copertura" ed i calabresi, incontri quasi tutti realizzati presso alberghi di lusso della riviera del levante ligure e finalizzati a
mettere a punto l'aspetto economico della futura transazione internazionale. Giova evidenziare che la cifra richiesta dai
calabresi partiva da una base di DUE MILIONI di Euro. L'Ufficio, in una di queste occasioni di meeting, giungeva a mostrare ai
calabresi la somma contante di 500.000 Euro a dimostrazione della pronta liquidità e disponibilità finanziaria
dell'Americano. Tale "mossa" risulterà assolutamente risolutiva per il buon esito
dell'Operazione di P.G. Tuttavia, nel mentre che le trattative cosଠillustrate andavano avanti,
l'Ufficio cominciava ad acquisire due dati certi: il primo, assolutamente negativo, era che i calabresi non avevano il possesso
della tela del Caravaggio e che stavano tentando di realizzare un "falso d'autore" al fine di
tentare una truffa; il secondo, assolutamente positivo, circa la piena ed incondizionata fiducia nei confronti del "sotto
copertura" che, da questo momento, chiameremo Mr. Sebastiano FERRARI cosଠcome è stato accreditato. Avendo
acquisito queste informazioni l'Ufficio decideva di cambiare strategia nel tentativo di uscire definitivamente
dall'impasse "forzando" i calabresi sulla tela. Questi vistisi fortemente pressati da un lato, ed
accecati dalla vista del denaro contante dall'altro, con la prospettiva sempre più concreta di guadagnare 2 milioni
di Euro iniziavano a prendere contatti con alcuni "francesi" e con un gruppo di altri calabresi in contatto con i
transalpini tirando per la prima volta in ballo un altro quadro di inestimabile valore: L'adorazione dei Magi di Francesco Mazzola
detto il "Parmigianino" trafugato in data 26.12.1994 dal Convento dei Padri Domenicani di Taggia (IM). Da questo
momento con abile mossa questo Ufficio riusciva, senza destare alcun sospetto, a virare l'interesse
"dell'Americano" per questo nuovo dipinto da acquistare al medesimo prezzo del primo. Da
"Operazione Michelangelo Merisi" si passa ad "Operazione Francesco Mazzola". Gli
ascolti telefonici ed ambientali sono confortanti. L'Ufficio ha la certezza dell'esistenza del dipinto e della
sua autenticità . Iniziano una serie di contatti per riaccreditare Mr. FERRARI al nuovo gruppo criminale, l'operazione va
subito a buon fine perché stavolta le credenziali sono presentate dallo stesso gruppo criminale calabrese !! Gli incontri diventano meno
formali e molto più rapidi, molti di questi "summit" si tengono stavolta al porticciolo di San Remo
ritenuto un posto tranquillo seppur movimentato. Nel corso di questi incontri viene definito quello che sarà l'ultimo atto
di questa lunga e complessa vicenda. Ecco come si sono svolti i fatti fino all'epilogo: Infatti alle ore 14.00 del 9 corrente
mese, Mr. Sebastano FERRARI concordava un incontro a Genova con il primo gruppo di calabresi (quelli del Caravaggio) ed insieme a costoro si recava a
Ventimiglia dove ad aspettare si trovava il secondo gruppo. Giunti all'autoporto di Ventimiglia avveniva
l'incontro. Dopo un breve conciliabolo fra il gruppo di calabresi riunitosi, al quale non partecipava il
"sottocopertura", veniva comunicato a quest'ultimo che unitamente ad un francese ed ad uno dei
calabresi di Ventimiglia dovevano spostarsi in una casa, una villa, ubicata sulle alture della città di confine dove il quadro era stato nel
frattempo portato. Il francese intanto decideva di fare un giro in zona con la propria auto per verificare se vi fosse presenza di Forze
dell'Ordine. Ritornava dopo una decina di minuti soddisfatto della propria perlustrazione. Quindi Mr. FERRARI veniva fatto
accodare all'autovettura del francese. Dopo alcuni giri per Ventimiglia, nei pressi di un distributore di carburante, il francese
si incontrava con una terza persona a bordo di propria autovettura e, dopo una breve intesa a distanza, si poneva in testa al gruppetto formando
cosଠla terza autovettura della mini colonna con l'autovettura dell'agente sotto copertura posta in
mezzo alle due. Dopo un lungo tratto di stradine poderali si giungeva presso una villa non ancora definita nella quale finalmente Mr. FERRARI aveva
modo di poter visionare il dipinto non senza una certa emozione. L'accordo prevedeva che, una volta visto il quadro, FERRARI
potesse telefonare ad un esperto d'arte di fiducia per far visionare la tavola e poter cosଠconcludere la trattiva sul
quantum anche sulla scorta della valutazione tecnica del perito. Il FERRARI autorizzato a poter effettuare una telefonata componeva il numero del
finto perito, ma effettivamente parlando col Dirigente della Squadra Mobile confermava in modo criptico e convenzionale la presenza del dipinto, il
numero dei presenti dentro la villa e la sensazione circa la presenza di armi da fuoco, ricevendone in risposta la certezza che il delicatissimo
servizio di pedinamento predisposto aveva funzionato e che di li a pochi minuti sarebbe avvenuta l'irruzione. In Ufficio veniva
convocato il Sovrintendente ai Beni Culturali della Liguria, il quale visionato il dipinto con attenzione ne dichiarava
l'autenticità . Alla luce di quanto suesposto, in flagranza del reato di ricettazione sono stati tratti in arresto:
BALDOVINI Ange Paul, nato a Toulon (F) l'8.10.1942; SCARFONE Rocco, nato a XXmiglia (IM) l'8.02.1960. Sono
stati sottoposti a Fermo di P.G. per il reato di ricettazione: CARPINO Salvatore, nato a Petronà (CZ) il 24.01.1958; CIMA Roberto, nato a
Montecarlo (PM) il 16.06.1958. Sono stati indagati in stato di libertà per il reato di ricettazione: S.S., nato a Genova il 28.04.1956; V.G.,
nato a Taurianova (RC) il 18.06.1943. Gli arrestati ed i Fermati sono stati associati presso la casa circondariale di Imperia a disposizione della
Procura della Repubblica di San Remo competente per territorio, mentre copia degli atti è stata depositata presso la Direzione
Distrettuale Antimafia di Genova dove è stato incardinato il fascicolo processuale principale.
11/06/2003