Comunicato operazione Polizia di Stato:" Isola Perduta"

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"PROGETTO ISOLA PERDUTA" Condotta dalla Polizia di Stato di Trapani, si è appena conclusa sull'isola di Pantelleria un'operazione che ha portato alla cattura di quattro componenti un'associazione mafiosa. Tra questi ci sono noti imprenditori ed il Sindaco dell'isola; a tutti l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. distrettuale su richiesta della DDA di Palermo, contesta i reati di associazione mafiosa, estorsioni, incendi, minacce a pubblico ufficiale, lesioni gravissime, detenzione illegale di armi ed esplosivi, attentato ad impianto di pubblica utilità .Dalle prime ore della giornata la Polizia di Stato di Trapani, con il supporto operativo del Reparto Volo di Palermo ed il supporto di unità cinofile, ha dato luogo, sull'isola di Pantelleria, alla fase operativa dell'indagine denominata "PROGETTO ISOLA PERDUTA" procedendo all'esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. Distrettuale su richiesta della DDA di Palermo, per i reati di associazione mafiosa, estorsioni, incendi, minacce a pubblico ufficiale, lesioni gravissime, detenzione illegale di armi ed esplosivi, attentato ad impianto di pubblica utilità , nei confronti di: 1. DI MARZO Alberto, nato a Pantelleria (TP) il 7.1.1951 ed ivi res.te in c.da Karuscia n. 43, Sindaco di Pantelleria; 2. MESSINA Antonino, detto "Nenè", nato a Trapani l'.01.06.1935 imprenditore; 3. MESSINA Antonio, detto "Totò", nato a Trapani l'01.02.1962 imprenditore; 4. LEO Pietro, nato a Paceco il 4.8.1948 imprenditore edile. L'indagine, condotta per oltre un anno, ha consentito di accertare come alcuni imprenditori operanti sull'isola di Pantelleria soggiacessero all'esborso di tangenti, sotto la minaccia di atti intimidatori all'interno dei propri cantieri ivi insediati, costretti a versare a titolo estorsivo somme di danaro richieste da un ristretto gruppo di soggetti malavitosi, occultamente legati a esponenti della vita politica e gestionale dell'isola. Sono stati forniti alla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo inequivocabili elementi di alto valore accusatorio che offrono, oggettivamente, lo spaccato di una realtà associativa attuale, vitale ed operativa, facente capo al MESSINA Antonino ed al di lui figlio Antonio, pregiudicati di origine trapanese da anni entrambi abitanti in Pantelleria. I gravi elementi accusatori, acquisiti attraverso i riservati servizi tecnici progressivamente attivati, evidenziano l'esistenza di un'organizzazione dedita al crimine, non solo ben strutturata, ma anche connotata in modo peculiare, tale da poter ritenere che sull'isola di Pantelleria sia predominante un sodalizio criminale fortemente contiguo a "cosa nostra" trapanese. àˆ stata dimostrata l'esistenza, in sintesi, di una organizzazione criminale, con diretta affinità "a cosa nostra", forte di una struttura stabile e di una situazione di forza intimidatoria promanante dal vincolo associativo tale da garantire condizioni di assoggettamento ed omertà per il raggiungimento degli scopi prefissati dall'organizzazione medesima e, più in generale, per il raggiungimento di una posizione di egemonia criminale tale da indurre alla sistematica coartazione psicologica su ogni vittima potenziale dimorante sull'isola di Pantelleria.In tal senso si è accertato come l'organizzazione criminale in parola abbia intrattenuto e mantenga rapporti di connivenza, di interazione con la famiglia mafiosa insistente nel capoluogo trapanese ed abbia da quest'ultima mutuato, sia pure nell'autonomia del proprio isolamento geografico, i precetti tipici del modus operandi, nell'assoggettamento e nell'intimidazione per la perpetuazione dell'attività estorsiva in danno di imprenditori che esercitano sull'isola di Pantelleria ma, più in generale, per la realizzazione, attraverso forme di occulta cointeressenza con organi amministrativi, un occulto comitato di affari, finalizzato alla manipolazione di attività economiche connesse al settore pubblico del Comune di Pantelleria. Tali caratteristiche oltre al ricorso agli attentati incendiari, sono mutuabili anche dalla circostanza che il gruppo malavitoso capeggiato dai MESSINA ha evidenziato chiaramente la disponibilità di fucili mitragliatori del tipo Kalashninkov, di relativi caricatori e munizionamento. Il sistema di estorsione e di aggressione fisica imposto dai MESSINA sull'isola di Pantelleria si è rivelato una strisciante sinarchia di intimidazione e violenza, un ordine costituito che ha potuto giovarsi dell'occulto appoggio del Sindaco di Pantelleria DI MARZO Alberto, utilizzato quale riservato ed insospettabile mediatore incaricato di avvicinare gli imprenditori onde costringerli a soggiacere alla richiesta di somme di danaro, potendo giovarsi della propria posizione al vertice dell'amministrazione comunale nell'isola, sovvertendo ogni regola di civile convivenza, di concorrenza leale, di rispetto delle Istituzioni democratiche e delle attività produttive, in diverse estorsioni richieste ad altrettanti imprenditori come quella avvita nei confronti della "S.MED.E. PANTELLERIA S.P.A." società di produzione, acquisto, trasformazione e distribuzione di energia elettrica in Pantelleria. Le indagini tecniche hanno riscontrato come il sodalizio malavitoso dei MESSINA non abbia esitato a ricorrere all'attuazione di gravi attentati ad esponenti della gestione amministrativa del comune di Pantelleria allo scopo precipuo di ottenere, qualora non si fosse rivelato possibile ottenerne il consenso e l'accondiscendenza, il condizionamento di settori gestionali di quell'Ente locale per la manipolazione illegale di concessioni amministrative. Dal contesto investigativo è, infatti, emersa la responsabilità del MESSINA Antonino e del figlio MESSINA Antonio in ordine alla pianificazione dell'attentato occorso alle ore 11.00 del 14.3.2001 al geometra del Comune di Pantelleria GABRIELE Giuseppe, vittima di un grave attentato dinamitardo, in quanto ritenuto reo di aver frapposto ostacoli alla concessione delle autorizzazioni relative alla costruzione di una sala da ballo sull'isola di Pantelleria.Inoltre, grazie agli elementi acquisiti si è accertata la paternità dei MESSINA in ordine alla commissione di un grave attentato incendiario agli impianti della citata azienda, struttura di pubblica utilità sull'intera isola di Pantelleria per l'apposito servizio di erogazione di energia elettrica all'utenza urbana.Dal complesso delle investigazioni, soprattutto se in relazione alle risultanze acquisite nel resto della Provincia di Trapani, si evidenzia, pertanto, come in ogni comprensorio, anche il più isolato in ragione delle distanze chilometriche o delle difficoltà di comunicazione viaria, vigano le pretese estorsive delle varie cosche mafiose al punto che un solo imprenditore può essere sottoposto contemporaneamente a diverse richieste di tangente da parte di sodalizi solo per la circostanza di espletare la propria attività nei diversi territori; ciò con comprensibili riflessi negativi sulla stabilità dell'azienda e, quindi, in modo esponenziale, sull'intero sistema produttivo.
23/09/2002
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