Bulle & pupe

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bullismoIn tutta Italia, in classe e fuori, le cose non cambiano: tra i ragazzini, il bullismo è sempre più in crescita. Ma la cosa più sorprendente è che i dati confermano ora un'evoluzione del fenomeno in "tinta rosa". Molte, infatti, sono le storie di "bullette" aggressive, che in modo molto più "creativo" e sottile dei maschi mettono in atto, contro le vittime prescelte, piani violenti o destabilizzanti a livello psicologico.

Da un monitoraggio dell'Osservatorio territoriale bullismo in Sardegna, al quale ha aderito anche la questura di Nuoro, è emerso che il fenomeno del bullismo interessa uno studente su cinque e coinvolge ragazzi e ragazze nella stessa misura. Durante l'indagine, condotta su 36 scuole medie del nuorese e dell'Ogliastra, da maggio 2007 allo stesso periodo del 2008, sono state analizzate le risposte di un campione di studenti a un questionario di 20 domande.

Da queste risposte è emerso che le prepotenze sono subite dal 36,9 per cento dei ragazzi coinvolti e consistono, nel 77 per cento dei casi, in aggressività verbale e nel 23 per cento in aggressività fisica.

Un altro dato rilevante è emerso dall'indagine: l'omertà tra i ragazzi. Alla domanda "Cosa fai" quando vedi uno studente della tua età che subisce prepotenze a scuola?", il 41 per cento dei ragazzi ha risposto:"Non faccio niente ma penso che dovrei aiutarlo". Un'indifferenza spesso condivisa anche dai genitori dei ragazzi che ritengono il fenomeno inesistente oppure "utile a temprare il carattere". E da qui la chiusura degli stessi ragazzi a confidarsi in famiglia o con gli insegnanti, tanto che il 20,1 per cento ammette di non averne parlato con nessun professore. Mentre, come sostiene il capo della Squadra mobile della questura di Nuoro Fabrizio Mustaro, che è anche coordinatore dell'Osservatorio:"Il primo passo per prevenire il fenomeno è quello di iniziare a parlarne apertamente illustrando le strategie per affrontarlo".

A parte qualche caso violento che si legge sul giornale (come le bulle di Genova che picchiano l'amica perché troppo bella, e la baby gang al femminile che, in viale Marconi a Roma, ha picchiato selvaggiamente una donna) i casi non violenti, i più numerosi del bullismo al femminile, sono poco riconoscibili e difficilmente denunciabili.

Le umiliazioni, le calunnie, le risatine cattive e le persecuzioni della "compagna di banco" o meglio della "leader del branco" sono difficili da riconoscere e spesso gli insegnanti non si accorgono di nulla. E la vittima, di solito una ragazza che non appartiene "al gruppo", sentendosi sempre più sola, subisce le insidie in silenzio. La conoscenza del fenomeno è uno strumento utile ai ragazzi per difendersi da chi, con la prepotenza e la "furbizia", vuole prevaricare.

Proprio per questo, dallo scorso anno, l'Osservatorio territoriale sul bullismo in Sardegna, incontra nelle scuole studenti e genitori e distribuisce opuscoli informativi per prevenire, combattere il bullismo e permettere lo sviluppo di valori sani come l'amicizia, solidarietà e il rispetto reciproco tra i ragazzi.

07/11/2008
(modificato il 11/11/2008)
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