Siti pedo-pornografici: in arrivo la "lista nera"

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L'attività di filtering che sarà gestita da un Internet Service Provider

Tra il 1998 (anno di approvazione della legge 269) e il 2005 l'attività di contrasto al fenomeno delle pedo-pornografia on line svolta della polizia postale e delle comunicazioni è stata intensa. Sono stati 209.566 i siti web monitorati. Di questi 152 erano italiani e sono stati chiusi mentre 9.520 sono state le segnalazioni rivolte agli organi investigativi esteri. Le persone denunciate in stato di libertà in Italia sono state 3.113 e quelle arrestate 146. Questi i dati presentati, nel corso della conferenza stampa "Minori nella Rete" terzo rapporto di Stop-it sulla pedo-pornografia on line, da Domenico Vulpiani direttore della polizia delle comunicazioni.

La Polizia sottolinea l'importanza delle leggi che permettono uno svolgimento concreto ed efficace dell'attività in questo settore. Solo a partire dal 1998, e grazie alle legge 269, gli investigatori possono infatti indagare in Rete sotto copertura e questo è l'unico modo per smascherare i pedofili on line avendo già le prove.

Sono tanti i vantaggi offerti dalla nuova legge: la n. 38 del 2006 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio. Per la prima volta si permette - nei casi più gravi di diffusione o possesso di materiale pedo-pornografico - l'arresto in flagranza.
Non solo. Con la nuova legge sarà possibile fornire una black list di siti a contenuto pedo-pornografico ai provider italiani e ai vari fornitori di connettività in modo da mettere un filtro che ne blocca l'accesso agli utenti, spesso inconsapevoli.
La norma prevede anche l'istituzione del Centro nazionale per il contrasto della pedo-pornografia sulla rete Internet che avrà sede presso il Servizio di polizia postale e delle comunicazioni e avrà il compito di raccogliere le segnalazioni e di monitorare la Rete.

17/03/2006
(modificato il 19/12/2007)
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