Donne & Polizia: da 50 anni un mix perfetto

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le donne della Polizia di StatoÈ passato mezzo secolo da quando la Polizia ha acquistato una sfumatura rosa: nel 1960 le donne iniziarono a vestire la divisa (guarda il video) e a aiutare i colleghi uomini in particolari settori. Oggi le poliziotte sono presenti in tutte le specialità persino in quelle di "tradizione" maschile.
Alcune di loro si sono raccontate alla nostra redazione. Hanno parlato della tipicità del loro lavoro, del rapporto che hanno vissuto e vivono con i loro colleghi uomini: queste donne svolgono un servizio fuori dal "normale".

Maria Antonietta, 38 anni, molisana, da due anni in servizio al Reparto mobile di Senigallia. È l'unica donna in Italia che lavora in un reparto tipicamente maschile il cui compito principale è quello di tutelare l'ordine pubblico durante i grandi eventi.

Racconta di quando arrivò al reparto: "mi guardavano tutti con molta diffidenza, pensavano che non ce l'avrei mai fatta a sopportare una "carica"contro i manifestanti o i tifosi facinorosi. Ma non è stato così e i colleghi uomini si sono accorti della mia professionalità. Ho fatto un corso per 'operatore di ordine pubblico' e mi sono allenata molto per ottenere una buona forma fisica. Ora faccio parte di una squadra e i miei colleghi mi trattano come una di loro".

Come si sente ad essere l'unica ragazza a vivere questa esperienza?
"Ci vuole molta determinazione per fare questo lavoro, ma si può fare, così come ho fatto io" - dice Maria Antonietta che spera di poter condividere questa esperienza con altre donne. "Certo è un lavoro duro, si sta spesso fuori sede e si vive anche in situazioni un pò disagiate, ma con un po' di spirito di adattamento tutto si risolve. Penso che sia fondamentale la presenza di una donna anche in fase operativa per le abilità comunicative e la propensione a smorzare gli accenti di aggressività durante gli scontri".

Claudia, 36 anni, romana, è un "conduttore" cinofilo da 8 anni impegnato insieme alla sua fedele compagna Giolli, nelle operazioni di polizia giudiziaria e tutela dell'ordine pubblico.
Un "fiuto" tutto al femminile per questa coppia ormai consolidata?
"È un lavoro che svolgo con molta passione; sono entrata dieci anni fa in Polizia proprio con l'intenzione di fare parte dei Cinofili. L'amore per i cani lo nutro da quando ero piccola".

Claudia è una delle pochissime donne che, con il suo cane, lavora durante manifestazioni e partite di calcio. I suoi colleghi maschi la considerano una di loro. Ma è un servizio duro e particolare dove, oltre a una forte preparazione fisica è necessario anche possedere altre capacità come freddezza e lucidità. "Penso che la determinazione sia alla base di questo lavoro. Il confronto professionale non è un problema quando dimostriamo le nostre capacità. È importante - continua Claudia - avere un senso di responsabilità nell'affrontare le attività lavorative".

Susanna, oggi assistente capo, è stata la prima atleta a vestire i colori cremisi delle Fiamme oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato.
"È stato il coronamento del mio sogno da bambina" - ha dichiarato alla nostra redazione - "fin da piccola facevo parte dei centri giovanili delle Fiamme oro e il mio desiderio era di diventare un giorno una poliziotta. All'epoca ero detentrice del record italiano assoluto di "battello", una specialità del nuoto per salvamento, con la seconda prestazione al mondo. Era un ambiente maschile e maschilista, ancora fortemente militare. Ma lo sport è disciplina ed è stato facile adeguarmi".
In seguito altre atlete hanno vestito la casacca della polizia, e per molti anni sono state le uniche rappresentanti dei corpi dello Stato.
"Bisogna sottolineare il contributo che, in un contesto tradizionalmente maschile, le donne hanno dato, in termini di entusiasmo, professionalità, sensibilità e ritorno di immagine".

14/05/2010