La polizia ricorda Edy Bertolini e Giuliano Santo

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Sono passati 31 anni da quel 12 dicembre 1987, quando i due assistenti capo della Polizia di Stato, Edy Bertolini e Giuliano Santo, persero la vita in un violento incidente mentre, con la loro volante, correvano per sventare una rapina in corso.

Questa mattina, proprio sul luogo della tragedia, i due poliziotti caduti in servizio sono stati commemorati con una cerimonia alla quale hanno partecipato il capo della Polizia Franco Gabrielli e i familiari dei due agenti scomparsi.

La funzione si è svolta a Cusano di Zoppola, presso la rotatoria della SS 13, all’angolo tra via Montello e via Cusano.

Per non dimenticare e mantenere vivo il ricordo di Edy e Giuliano è stata realizzata una stele commemorativa, sistemata nella piazzetta a loro intitolata, mentre anche l'attigua rotatoria è stata dedicata ai due caduti.

La stele è stata scoperta con la benedizione del vescovo della diocesi Concordia-Pordenone Giuseppe Pellegrini.

In una dichiarazione a margine della cerimonia, Gabrielli ha sottolineato che "Nel nostro Paese negli anni è mutato l’atteggiamento nei confronti delle Forze dell’ordine. Abbiamo vissuto stagioni nelle quali le Forze dell’ordine erano vissute come lo strumento attraverso il quale il governo centrale faceva sentire il rigore della legge. Poi, soprattutto la stagione del terrorismo interno, ci ha fatto comprendere che queste donne e questi uomini erano primariamente al servizio delle proprie comunità. Oggi le Forze dell’ordine sono tra le istituzioni più credibili del Paese. Credo che questo sia merito non solo della crescita culturale del Paese, ma di chi, come Edy e Giuliano, con il proprio sacrificio ha dimostrato, in maniera anche tragica, non solo l’importanza del loro ruolo, ma anche il rischio di che cosa significa vestire una divisa. Il merito di questi ragazzi è anche quello di aver fatto crescere nel Paese una cultura di appartenenza delle Forze dell’ordine alle comunità nelle quali prestano servizio".

L’iniziativa, proposta dal questore di Pordenone Marco Odorisio, è stata supportata dai sindaci di Pordenone e Zoppola, in collaborazione con l’Agenzia strade regionali Friuli Venezia Giulia e dell’Associazione industriali della provincia di Pordenone e dalle varie  categorie imprenditoriali della zona.

L’opera commemorativa è stata realizzata dallo scultore Alberto Pasqual, che ha plasmato una doppia stele in ferro avente un’altezza di circa 3 metri, lacerata sulla sommità.

Poi il prefetto Gabrielli si è recato negli uffici della questura di Pordenone per incontrare il personale della Polizia di Stato, dell’Amministrazione civile dell’Interno, le rappresentanze delle organizzazioni sindacali e dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato.

Infine il capo della Polizia ha ricevuto il “Sigillo della citta di Pordenone”, conferito alle personalità che si sono particolarmente distinte nella loro attività, opera o professione.

Il riconoscimento è stato consegnato nell’ex convento San Francesco, che si trova in piazza della Motta, direttamente dalle mani del sindaco Alessandro Ciriani, quale segno di riconoscenza e gratitudine per l’operato che quotidianamente la Polizia di Stato svolge per il bene della collettività.

12/12/2018