Reggio Calabria: arrestati 11 affiliati della cosca Pesce

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Hanno favorito e protetto la latitanza del boss Marcello Pesce, arrestato lo scorso dicembre, permettendo a quest’ultimo di mantenere inalterato il suo ruolo di boss all’interno della cosca; così, elementi di vertice, affiliati e prestanomi appartenenti alla cosca Pesce di Rosarno sono stati arrestati questa mattina dagli uomini della questura di Reggio Calabria.

L’indagine della Squadra mobile, coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco) ha permesso d’individuare 11 persone legate alla potente cosca e ritenute responsabili di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni e favoreggiamento personale.

Gli affari della 'ndrina erano legati in particolare al trasporto su gomma nella piana di Gioia Tauro e le intercettazioni hanno dimostrato che con 3 trasporti a settimana a Roma avrebbero guadagnato fino a tremila euro.

Le operazioni di oggi sono state portate a temine anche con il supporto degli equipaggi del Reparto prevenzione Crimine “Calabria” e quelli della Squadra mobile di Catania, su ordine della Direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Infatti, contestualmente ai fermi di questa mattina è stato emesso anche un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di beni e società e di relativi patrimoni aziendali collegate agli indagati per un valore che ammonta a circa 10 milioni di euro.

All’esecuzione di una parte delle perquisizioni hanno collaborato le Squadre mobili delle questure di Ferrara e Forlì-Cesena, dove hanno sede alcune società e filiali sottoposte a sequestro.

04/04/2017
Parole chiave:
cosca - 'ndrangheta - Reggio Calabria