Ndrangheta: operazione "Andromeda" della Polizia di Stato

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La Polizia di Stato di Catanzaro ha eseguito 36 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti appartenenti alle cosche Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte e le contrapposte cosche Cerra-Torcasio-Gualtieri nel cui ambito erano maturati nel 2003 gli omicidi di Torcasio Antonio, all'epoca reggente del sodalizio e di Torcasio Vincenzo. All'operazione hanno collaborato anche la Sezione D.I.A. di Catanzaro e la Guardia di Finanza di Catanzaro che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare rispettivamente per 7 e una persona. Gli omicidi si inquadravano in una strategia criminale volta a mantenere, da parte delle cosche IANNAZZO e CANNIZZARO-DAPONTE, l'esclusivo controllo del territorio di gran parte del comprensorio di Lamezia Terme, anche attraverso l'eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca avversa CERRA-TORCASIO-GUALTIERI anch'essa attiva soprattutto nel campo delle estorsioni. Le attività investigative dei poliziotti della squadra mobile, hanno permesso, altresì, l'accertamento e la contestazione di numerosi episodi estorsivi realizzati da esponenti delle cosche a carico di commercianti ed imprenditori del comprensorio lamentino. Alcuni dei sodali delle menzionate consorterie, vengono ritenuti responsabili anche di danneggiamenti e detenzione illegale di armi ed esplosivi. Gli sviluppi investigativi degli uomini della Polizia di Stato di Catanzaro, supportati dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e, corroborate da attività tecniche,permettevano di cristallizzare un "formalizzato accordo" tra gli esponenti di vertice della cosca GIAMPA' e quella degli IANNAZZO nella gestione delle attività estorsive con relativa spartizione dei proventi. In relazione al menzionato accordo tra gli esponenti di spicco della cosca GIAMPA' con quelli della cosca IANNAZZO sono stati contestati nel provvedimento cautelare reati fine di estorsione a membri della citata consorteria GIAMPA'. Riguardo ai reati fine, contestati ad alcuni sodali alla cosca IANNAZZO, è da evidenziare anche la partecipazione di elementi di spicco della cosca PROSTAMO-PITITTO, attiva nella provincia di Vibo Valentia e contigua ai MANCUSO di Limbadi (VV), quali i familiari di TAVELLA Rocco, come affidabili fornitori di armi in determinate ed accertate circostanze. E' stato, pertanto, ricostruito dalla Squadra Mobile, sotto le direttive dell'Autorità Giudiziaria di Catanzaro, l'organigramma della temibile consorteria criminale dei IANNAZZO individuando i ruoli di vertice del sodalizio e le alleanze costituite nel corso degli anni con le cosche GIAMPA' e CANNIZZARO-DAPONTE. L'operazione della Polizia di Stato ha ricostruito anche la vicenda che aveva portato alla sottrazione della bara dell'imprenditore PERRI Antonio ucciso nel 2003, da elementi della cosca TORCASIO e le vicende connesse con riunioni di 'ndrangheta che avevano coinvolto anche 'ndrine della provincia di Reggio Calabria intervenute per mediare la guerra di mafia che si stava scatenando tra i gruppi contrapposti dei IANNAZZO con i TORCASIO-GUALTIERI. L'attività investigativa ha fatto emergere poi lo stretto collegamento dell'imprenditore PERRI Franco, figlio del defunto Antonio, con la cosca IANNAZZO alla quale non ha esitato a chiedere la gambizzazione di suo fratello Marcello per motivi di carattere economico. L'attività d'indagine, come innanzi evidenziato, ricostruisce l'ulteriore contesto associativo relativo alle famiglie CANNIZZARO-DAPONTE, che pur agendo in un contesto di gestita autonomia rispetto alla cosca IANNAZZO ha interessi comuni alla stessa riguardo soprattutto all'intento di annientare la cosca comunemente considerata avversa dei CERRA-TORCASIO-GUALTIERI, attraverso l'eliminazione fisica dei suoi maggiori esponenti.

14/05/2015
(modificato il 15/05/2015)
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