Film e musica: 530 milioni di danni dal Web

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Immagine simbolica per la pirateria informaticaDal 16 al 20 febbraio ritorna in tv il Festival di Sanremo, kermesse musicale dedicata alla canzone italiana. E già da martedì sera ci sarà chi è pronto a immettere sul web, o sul mercato, "copie pirata" delle canzoni presentate. La Polizia di Stato, insieme a Youtube, sarà presente al festival con l'iniziativa "non perdere la bussola" sull'uso responsabile del web. Oltre a spiegare ai ragazzi come navigare in modo sicuro, difendendo la propria privacy, gli agenti della "Postale" concentreranno la loro l'attenzione sulla tutela diritto d'autore spiegando come usare internet senza violare il copyright e senza adottare comportamenti scorretti e illegali.

La violazione del diritto d'autore è infatti un reato; lo stabilisce la legge n. 633 del 1941 che tutela le opere dell'ingegno di carattere creativo: dalla letteratura, alla musica, al cinema e al teatro. Ma a dire la verità la pirateria, e cioè la riproduzione illegale di opere protette da copyright, è sempre più diffusa e da molti non è neanche considerata un reato. Secondo un sondaggio dell'istituto demoscopico Ipsos, commissionato lo scorso anno dalla Fapav (Federazione anti pirateria audiovisiva), il fatturato perso, solo dall'industria italiana dell'audiovisivo, a causa della pirateria informatica, è di 530 milioni di euro. Di contro risultano 320 milioni di euro "fatturati" da chi vende copie-pirata dei film.

L'approfondimento dedicato al mondo delle riproduzioni, della vendita e dello scaricamento illegale di musica, video e film è uscito sul numero di febbraio di Poliziamoderna, la rivista ufficiale della Polizia di Stato.

Dopo un excursus storico che va dalla produzione dell'Mp3 al peer to peer; dal file sharing fino alla produzione di DivX, la rivista approfondisce gli aspetti legislativi: le legge italiana prevede sanzioni di natura penale ancora più pesanti se il reato è compiuto a fine di lucro. In un box è stata raccolta anche l'opinione di Giorgio Assumma, presidente della Siae (Società italiana autori ed editori), da anni in prima fila nella difesa del diritto d'autore. "Oggi, per una migliore e sempre più adeguata tutela delle opere dell'ingegno, il nostro impegno è orientato al contrasto del fenomeno anche su Internet; in questo senso la Siae collabora con la polizia delle comunicazioni nel costante lavoro di controllo della Rete, segnalando i siti italiani che pongono in essere condotte illecite".

Per contrastare queste forme di pirateria informatica le forze dell'ordine mettono in campo i propri esperti. Per la Polizia di Stato ci sono gli uomini della polizia postale che, ogni giorno, combattono i reati commessi sul Web con tutte le difficoltà che questo comporta. Spesso, infatti, i file illegali sono contenuti in server residenti all'estero e in Paesi dove alcuni comportamenti illeciti non vengono neanche puniti.

I dati comunque parlano chiaro: solo nel 2009 nel campo della tutela del diritto d'autore (che comprende anche software, pay tv, videogiochi e opere letterarie) i poliziotti della Rete hanno denunciato 30 persone e fatto contravvenzioni per un importo di quasi 350 mila euro. "Il nostro scopo principale" dichiara, attraverso le pagine della rivista, Diego Buso - direttore della II divisione del Servizio polizia postale e comunicazioni - "è quello di individuare chi, alla fonte, procura il materiale da immettere nei vari circuiti di file sharing; vogliamo insomma colpire il vertice della piramide".

- In collaborazione con Poliziamoderna. -

15/02/2010
(modificato il 23/02/2010)