Roma: occupazione di case e spaccio, 33 indagati

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"Operazione Multiservice", questo il nome dell'indagine del Commissariato Tuscolano che ha portato all'emissione di 17 provvedimenti cautelari; tra i destinatari delle misure anche una dipendente dell'Agenzia delle Entrate.

I poliziotti dopo una lunga indagine hanno accertato le attività illecite del gruppo: detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, associazione ai fini di spaccio, associazione a delinquere finalizzata a commettere reati di occupazione abusiva di immobili di proprietà di enti pubblici, danneggiamento degli stessi immobili, cessione e messa in circolazione di banconote contraffatte ed estorsioni ai danni dei probabili beneficiari delle occupazioni abusive.

Gli agenti questa mattina hanno eseguito sei custodie cautelari in carcere e 10 misure cautelari di arresti domiciliari tra cui un intero nucleo familiare che agiva come una vera organizzazione criminale nel gestire e coordinare gli affari illeciti.

Mentre per un'impiegata dell'Agenzia delle entrate, a cui è stato contestato di aver rivelato informazioni sugli immobili liberi e di proprietà di enti pubblici alla banda, è stata disposta la misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Roma.

Le attività degli inquisiti producevano lauti guadagni, sia per le indebite occupazioni delle case- gli incassi arrivavano sino a 20 mila euro- sia per lo smercio delle sostanze stupefacenti gestito in modo imprenditoriale e con la convinzione di non essere scoperti.

Basti pensare che in caso di arresti da parte delle forze dell'ordine i cosiddetti "galoppini" della droga venivano prontamente rimpiazzati al fine di non procurare perdite all'organizzazione.

Oppure nel caso di intervento delle forze dell'ordine in flagranza di occupazione, immediatamente venivano avviate le attività di ricerca di un altro appartamento secondo le aspettative del futuro occupante.

L'occupazione degli immobili aveva una procedura ben collaudata: venivano individuati a seguito di illecite e compiacenti visure catastali e poi, con l'intervento dei fabbri, venivano prontamente occupati, qualora liberi, o addirittura, quasi in qualità di "agenzia immobiliare", venivano gestite le promesse di liberazione da parte di precedenti occupanti, naturalmente dietro compenso, procurandosi così profitti illeciti ai danni di persone bisognose di un alloggio.

Nell'indagine complessivamente risultano indagate 33 persone di cui altre 5 arrestate in flagranza di reato.

31/03/2015